Epatiti. Causano 1,3 milioni di morti ogni anno nel mondo.
Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) le infezioni croniche da virus dell’epatite B (HBV) e C (HCV) coinvolgono, rispettivamente, 254 e 50 milioni di persone nel mondo e causano 1,3 milioni di morti ogni anno; le infezioni da virus dell’epatite A (HAV) ed E (HEV), sebbene più largamente diffuse nei Paesi con bassi standard igienico-sanitari, si verificano anche nei Paesi europei, Italia inclusa.
“Le epatiti virali continuano a rappresentare un problema importante per la salute, con un grande impatto sulla vita delle persone, oltre a quello sociale ed economico – sottolinea Anna Teresa Palamara del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss –. Le epatiti virali, in particolare la B e la C, ma anche la A, condividono alcune delle modalità di trasmissione con HIV e con le IST. È utile quindi che anche alcune delle strategie da mettere in atto per controllare la loro diffusione siano condivise”.
Un focus particolare va fatto sullo lo screening per l’epatite C, che può individuare le infezioni asintomatiche che possono quindi essere curate precocemente riducendo la trasmissione del virus e la progressione della malattia. L’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo che ha stanziato un fondo dedicato per lo screening dell’infezione da HCV per la popolazione generale. Il fondo dedicato per lo screening gratuito è focalizzato sulle popolazioni chiave (persone che vengono seguite dai servizi delle dipendenze e i detenuti) e sulla popolazione generale nata tra 1969-1989. Grazie a questi programmi dal 2020 sono state testate oltre 1.700.000 persone, rilevando oltre 13mila infezioni attive da epatite C. Lo screening attivo in Italia ha raggiunto circa il 10% della copertura della popolazione target al 31 Dicembre 2023, con 14 regioni che lo hanno attivato: la copertura più alta (32%) è stata riscontrata dalla Regione Emilia Romagna; le Regioni che hanno delle coperture intorno al 20% sono Liguria, Veneto e la provincia autonoma di Bolzano; la Regione Lombardia riporta un tasso di copertura del 13% mentre le altre Regioni, alcune delle quali hanno però iniziato da poco lo screening, hanno delle coperture inferiori al 10%.
Uno studio pubblicato recentemente, cui ha partecipato anche l’Iss, ha stimato che lo screening allargato alla popolazione generale adulta, porterebbe ad una riduzione a 10 anni di circa 5.600 decessi, 3.500 epatocarcinomi e/o oltre 3000 scompensi epatici, rispetto a uno screening meno efficiente o semplicemente a una diagnosi tardiva. In Italia si stimano circa 280 mila persone infette da HCV, asintomatiche e pertanto non diagnosticate. “Il nostro studio – sottolineano gli esperti del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Iss – ribadisce l’importanza dell’allargamento dello screening alle fasce di età più anziane (nate prima dell’anno 1969) ad oggi ancora non indirizzate verso lo screening gratuite dell’epatite C”. Questo obiettivo porterebbe ad un importante vantaggio in termini di “guadagno di salute”.