Difesa USA: “Aumento spesa difesa in Europa sottolinea dedizione alla sicurezza”.
Mentre gli Stati Uniti d’America continuano a convivere con le proprie grandi contraddizioni, a partire dalla dilagante povertà tra la classe media e fino ad arrivare alle poco conosciute baraccopoli dei senza casa nelle principali città turistiche americane, il Segretario alla Difesa americana, Lloyd J. Austin III, nel corso del colloquio con il ministro della difesa estone, Hanno Pevkur, ha applaudito l’impegno del piccolo Paese Ue – confinante con la Federazione Russa e dove risiede una minoranza russa per nulla integrata nella “democratica” Estonia – di aver preso l’impegno di “investire più del 3% del PIL nella difesa nazionale”.
Azione politica che per Austin, rappresentante del Paese leader della NATO, “sottolinea la dedizione dell’Estonia alla sicurezza atlantica”.
Incontro che ha fatto il punto, si legge nella nota del Pentagono, del rafforzamento della deterrenza e della difesa della NATO, del proseguimento delle esercitazioni congiunte tra le due nazioni, della presenza degli Stati Uniti in Estonia e negli altri stati baltici, dell’aumento della produzione di difesa.
“La guerra scelta da Putin continua a minacciare la nostra sicurezza”, ha detto Austin. “Gli Stati Uniti e l’Estonia, insieme ai nostri alleati e partner, continuano a sostenere con forza un’Ucraina libera e sovrana”. Paese Ue, va ricordato, dove risiedonon 600 soldati americani.
“Gli Stati Uniti rimangono impegnati a mantenere la nostra presenza nei Paesi baltici. Sono anche contento che le nostre truppe in Estonia godano di un ambiente di addestramento ricco e multinazionale”, ha aggiunto Austin III.
Una presenza militare straniera che però non spaventa l’alleato Estone: “Siamo molto grati per la presenza statunitense in Estonia e negli altri stati baltici”, ha detto Pevkur. Ministro, forse in cerca dell’effetto wow, che ha affermato che “l’attuale contesto di sicurezza fa sì che un obiettivo di spesa per la difesa del 2% per gli alleati della NATO non sia più sufficiente”, chiedendo in sintesi di aumentare tale obiettivo. L’Estonia ha davvero bisogno (e necessità) di più armi?
Sembrerebbe di sì leggendo le dichiarazioni di Hanno Pevkur: “Andremo oltre il 4% nel 2026, forse anche il 4,4%, il 4,5% e il 40% di quel denaro lo investiremo direttamente in munizioni e missili. Stiamo facendo la nostra parte per mantenere l’alleanza al sicuro”.
foto Navy Petty Officer 1st Class Alexander Kubitza