Revisione del Pnrr e pericoli per l’Italia. Openpolis: “Rischio per ultime rate”.

A fine giugno il Governo Meloni aveva annunciato l’invio a Bruxelles della richiesta di pagamento della sesta rata di fondi assegnati all’Italia nell’ambito della realizzazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Pochi giorni dopo è arrivato un altro importante annuncio, ovvero il via libera della commissione europea all’erogazione dei fondi relativi alla quinta rata, di cui l’Italia aveva fatto richiesta a fine 2023.

Anno in cui, ricordano dalla Fondazione Openpolis, l’attuale Esecutivo nazionale ha operato una significativa revisione del Pnrr italiano. Modifica alla quale non è stata data grande rilevanza da parte dei media ma che comporta una nuova riprogrammazione del quadro complessivo delle scadenze che l’Italia deve conseguire fino a giugno 2026. Da qui potrebbero emergere nuovi rischi per l’erogazione dei fondi assegnati all’Italia nell’ambito del Pnrr.

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Complessivamente, i traguardi e gli obiettivi da realizzare per ottenere tutti i fondi del Pnrr assegnati sono 618, suddivisi su 10 rate. “Supponendo che non ci siano problemi sul fronte dell’ottenimento dei fondi legati agli impegni della sesta rata, le scadenze ancora da conseguire sarebbero 349. Ciò significa che oltre la metà dei traguardi e degli obiettivi – il 56,5% – sono ancora da raggiungere”, ricordano ancora da Openpolis.

Molte scadenze, ancora, sono state semplicemente posticipate ma questo non pone l’Italia al riparo da eventuali rischi. Ciò con particolare riferimento alla realizzazione delle opere pubbliche, i cui cantieri hanno dei tempi tecnici che non possono essere compressi più di tanto. Da questo punto di vista molti studi, tra cui quello della corte dei conti, evidenziano come si siano registrati significativi ritardi su questo fronte.

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Guardando poi alla richiesta del Governo italiano di andare oltre il 2026, negata dalla Commissione europea, e alla pubblicazione del decreto Pnrr quater per il rafforzamento dei poteri sostitutivi e per commissariare le opere impossibilitate a rispettare la tabella di marcia, il pericolo di non riuscire a ricevere le ultime rate dall’Ue non è per nulla remoto.

“Sebbene l’Italia stia procedendo con l’implementazione del programma – concludono da Openpolis – il rischio che si verifichino dei ritardi nelle prossime scadenze è sempre maggiore, vista la lentezza nella spesa relativa agli obiettivi ancora da raggiungere”.

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