Impresa. Si continua con il “contributo” a fondo perduto ma in Italia i giovani non hanno risorse proprie.

Nonostante la narrazione edulcorata delle tante istituzioni centrali e periferiche del Paese, sul presunto supporto all’imprenditorialità dei/delle giovani italiani/e, nel nostro Paese i giovani non hanno risorse per mettersi in proprio. Più nello specifico il 48,7% dei giovani ha dichiarato di possedere risorse scarse per mettersi in proprio, come ricordato dal Terzo Rapporto Giovani, innovazione e transizione digitale dell’Osservatorio Angi Ricerche.

Nulla di nuovo, insomma, sul reale volto del paradigma nazionale e locale a sostegno dell’autoimpiego dei ragazzi e delle ragazze del Paese che, come facilmente riscontrabile, passa quasi esclusvamente per i “paraculi” contributi a fondo perduto: inaccessibili per coloro che non hanno risorse proprie o garanti. O che dire, ancora, dei contributi “al netto dell’IVA?”.

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Tradotto, mentre si sostiene una narrazione istituzionale sensibile verso l’imprenditoria giovanile, nei fatti si bandiscono iniziative non alla portata dei beneficiari finali, i giovani, con il risultato di perdere opportunità, rilanciare la competitività del Paese e, ovviamente, rimodulare gli importanti fondi non spesi in altre azioni pubbliche. Un piano perfetto per continuare a chiudere le porte alla partecipazione di una nuova generazione di imprenditori/trici italiani/e.