Imprese. Sempre più a rischio il ricambio generazionale. In 10 anni -874mila under35.

In un Paese dove le politiche per i giovani sono autoreferenziali, di scarso impatto e calate dall’alto non dovrebbero sorprendere i crescenti dati sullo spopolamento dei giovani in Italia. Un trend facilmente riscontrabile su tutti i fronti, a partire da quello della competitività, come confermato dalla crescente carenza di personale in tanti settori dell’economia italiana e fino ad arrivare al ricambio generazionale nelle imprese dello Stivale, notoriamente sempre più anziane e, come ogni fenomeno biologico, destinate a chiudere i battenti.

L`allarme, l’ennesimo, è stato lanciato dal gruppo dei giovani imprenditori di Confartigianato, la cui rilevazione, nel decennio 2013-2023, dimostra la perdita di 874mila giovani tra 20 e 34 anni, con un calo dell`8,7%.

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Le imprese, ancora, non riescono a reperire personale: a maggio, ricordano da Confartigianato, si attesta al 48,2%, ovvero 2,1 punti in più rispetto allo scorso anno. Le nuove generazioni, inoltre, non si offrono sul mercato del lavoro. Gli inattivi under 35 sono arrivati oggi, nonostante le note positive di taluni istituti di ricerca, a 1.477.000, il valore più alto in Europa, mentre il livello di occupazione degli under 35 italiani è del 45% (la media europea è del 58,6%).

Un Paese, l’Italia, che non investe sui giovani. Per 12 euro di spesa pubblica destinati a pensioni e sanità per anziani, se ne spende infatti soltanto uno per giovani e famiglie. Scelte lungimiranti insomma!

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foto Firmbee da Pixabay.com