Ucraina, Christopher Cavoli: “In gioco c’è la leadership americana”.

Per chi ancora oggi sostiene la necessità di mantenere viva la guerra in Ucraina “per la difesa della democrazia e dello Stato di diritto”, una lettura delle ultime dichiarazioni del comandante del comando europeo degli Stati Uniti, Christopher Cavoli, potrebbe dare qualche suggerimento circa la reale necessità legata alla prosecuzione del conflitto in Europa.

“In gioco c’è la leadership americana. Sostenendo il nostro impegno nei confronti dell’Ucraina e dimostrando una salda coesione con l’alleanza NATO, forniamo un chiaro deterrente ai nostri avversari”, reca la dichiarazione di Cavoli.

Avversari per il generale americano facilmente identificabili: Russia Cina, Iran e Corea del Nord. Tutti protesi a “sostenere la campagna della Russia in Ucraina”: “Questi Paesi stanno formando partenariati strategici interconnessi nel tentativo di sfidare l’ordine esistente. Ciò è profondamente contrario agli interessi nazionali degli Stati Uniti”.

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Dichiarazioni funzionali per rimarcare l’importanza strategica dell’azione “nella sovrana Europa” del comando europeo USA. “Abbiamo rafforzato le nostre posizioni a oriente con il dispiegamento di forze, ampliato le scorte e modernizzato le nostre infrastrutture. Siamo pronti a difenderci e questo ci permette di fungere da deterrente, dissuadendo la Russia nei suoi piani di attacco ai Paesi NATO”.

Generale, come d’altronde tutto lo stato generale del Dipartimento della Difesa statunitense, critico vero la “chiusura dei rubinetti” voluta dal Congresso degli Stati Uniti: “L’Ucraina dipende dal sostegno esterno per alimentare la lotta. Se non continuiamo a sostenere l’Ucraina, l’Ucraina potrebbe perdere. L’ultima tranche dell’assistenza statunitense è terminata all’inizio di quest’anno, e il Congresso ha davanti a sé una legislazione per continuare il finanziamento. Gli alleati hanno colmato alcune carenze, ma in questo momento gli Stati Uniti sono il principale fornitore di difesa aerea terrestre e di proiettili di artiglieria per l’Ucraina. Non posso predire il futuro – prosegue – ma posso fare semplici calcoli. Se non continuiamo a sostenere l’Ucraina, essa finirà i proiettili di artiglieria e gli intercettori della difesa aerea in un tempo abbastanza breve. Sulla base della mia esperienza in oltre 37 anni nell’esercito americano, se una parte può sparare e l’altra non può rispondere, la parte che non può rispondere perde”. 

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foto U.S. Embassy Bratislava