Pnrr: lo stato dell’arte al mese di aprile 2024.

In cifre assolute, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNR) dell’Italia è il più grande piano nazionale nell’ambito dello strumento Next Generation EU (NGEU) – per un valore di 194,4 miliardi di euro, pari al 26,1% del totale delle risorse – ideato dall’Ue per sostenere la ripresa degli Stati membri dopo la pandemia di Covid-19.

Finora l’Italia ha ricevuto il 52,7% delle risorse (102,5 miliardi di euro di prefinanziamento e quattro pagamenti sia per le sovvenzioni che per i prestiti), un dato ben superiore alla media UE (34,5%). Altri sei pagamenti per sovvenzioni e prestiti dipenderanno da ulteriori progressi nell’attuazione.

L’Italia ha istituito un sistema di governance a più livelli per garantire l’attuazione, il monitoraggio e il controllo del PNR. La legge del 29 luglio 2021, n. 108, ha stabilito le disposizioni in materia di governance, individuando gli organismi responsabili e le loro competenze e funzioni, semplificando al contempo le procedure amministrative. La legge del 6 agosto 2021, n. 113, ha stabilito misure per rafforzare la capacità amministrativa, anche a livello locale, per l’attuazione e il monitoraggio. Dopo il suo insediamento, il nuovo Governo ha poi introdotto modifiche alla governance del piano con la legge n.41 del 21 aprile 2023.

Un Comitato direttivo presso l’Ufficio del Primo Ministro monitora i progressi verso l’attuazione del piano, assicura la cooperazione con i partner economici, territoriali e sociali e interagisce con le autorità responsabili delle misure per le quali potrebbero sorgere problemi di attuazione. Alle riunioni del Comitato direttivo partecipano i ministri e i segretari di Stato competenti, a seconda degli argomenti all’ordine del giorno. Ogni sei mesi, il Comitato direttivo deve presentare una relazione sull’attuazione del Pnnr ai due rami del Parlamento italiano; la quarta relazione è stata pubblicata il 22 febbraio 2024.

Nel sistema di governance aggiornato, il Ministro per gli Affari Europei,è l’Autorità Politica Delegata del Piano, responsabile del coordinamento centrale e dei negoziati con la Commissione Europea. All’interno del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze, un apposito Ispettorato Generale è responsabile del coordinamento operativo dell’attuazione, della gestione finanziaria e del monitoraggio del piano, del controllo e della rendicontazione all’UE, nonché del supporto all’Autorità Politica Delegata e alle amministrazioni attuatrici. Allo stesso modo, all’interno della Ragioneria Generale dello Stato è stato istituito un organo di controllo indipendente e dedicato al PNR.

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Le amministrazioni centrali (ministeri), regionali e locali sono responsabili dell’attuazione delle singole misure di investimento e riforma, in base alle rispettive aree di attività. A livello centrale, le amministrazioni responsabili dell’attuazione delle maggiori dotazioni di risorse UE nell’ambito del Pnnr sono: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (39,8 miliardi di euro, di cui il 15,2% spesi alla fine del 2023); il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (33,7 miliardi di euro, di cui il 41,6% spesi); il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (39,8 miliardi di euro, di cui il 15% spesi alla fine del 2023); il Ministero dell’Istruzione e del Merito (17,1 miliardi di euro, 17,5% di spesa); e il Ministero della Salute (15,6 miliardi di euro, 3,8% di spesa).

Alla fine del 2023, l’Italia aveva speso 43 miliardi di euro, pari al 22% delle risorse UE disponibili per il Pnnr.

Alcune delle sfide rilevanti accertate per l’economia italiana includono le inefficienze del sistema fiscale, l’assurda tassazione del lavoro e, ancora, l’elevata disoccupazione di lungo periodo e la questione giovanile. Nel 2022, infatti, l’Italia era il secondo Stato membro dell’UE con la più alta percentuale di giovani (tra i 15 e i 29 anni) non occupati né inseriti in un percorso di istruzione o formazione (NEET). Criticità che il pessimo Pnrr partorito dal Governo italiano non risolverà.

Andando oltre il merito delle azioni contenute nel Pnrr, in risposta alle sette aree faro per gli investimenti e le riforme individuate dalla Commissione per il RRF, il PNR italiano è ora strutturato su sette campi di intervento (“missioni”) e comprende 17 componenti, ognuna delle quali deve essere attuata attraverso un mix di investimenti e riforme. Oltre all’introduzione del capitolo REPowerEU, la revisione chiesta dal Governo italiano lo scorso mese di dicembre 2023 ha comportato modifiche e spostamenti di risorse in tutte le componenti esistenti del piano, anche per far fronte a circostanze oggettive (come l’alta inflazione e le interruzioni della catena di approvvigionamento) che hanno ostacolato la realizzazione di alcuni investimenti come originariamente previsto. In totale, sono state modificate o aggiunte 145 misure.

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Tra gli obiettivi delle sette missioni – ricorda un recente lavoro di indagine di Alessandro D’Alfonso – troviamo la digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” che mira a rafforzare la capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche italiane a livello centrale e locale, sostenere la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo, compresa l’industria del turismo e il settore creativo e culturale.

Ancora, la rivoluzione verde introdotta per aumentare la sostenibilità e la resilienza dell’economia italiana, la produzione e l’uso di energia rinnovabile, l’efficienza energetica degli edifici privati e pubblici, l’economia circolare, la gestione delle acque e dei rifiuti e dei rischi idrogeologici.

Un’altra missione (Infrastrutture per la mobilità sostenibile) si concentra, invece, sullo sviluppo e sul rafforzamento di una rete ferroviaria ad alta velocità che colleghi tutte le regioni italiane, sul potenziamento della rete regionale e sul miglioramento della competitività e della sostenibilità dei porti italiani. Particolarmente complicata, inoltre, la missione Istruzione e ricerca, il cu obiettivo è il rafforzamento dell’intero sistema di istruzione, formazione, delle attività di ricerca e dei trasferimenti di tecnologia.

Inoltre, tra le sette missioni, sono previste quelle per l’Inclusione e la coesione“, dedicata all’occupazione e alla coesione sociale e territoriale e la “Salute” mirata a rendere più moderno ed efficiente il sistema sanitario italiano.

Inoltre, il Pnrr italiano individua tre priorità orizzontali (giovani, parità di genere e coesione territoriale) per tutte le missioni.

Il piano dell’Italia dedica il 25,6% della sua dotazione (escluso il capitolo REPowerEU) al sostegno della trasformazione digitale, superando il requisito del RRF (20%). L’ampia gamma di misure in questo ambito comprende il potenziamento della connettività (espansione delle reti a banda larga ultraveloce), la trasformazione digitale della pubblica amministrazione, il sostegno alla digitalizzazione delle imprese italiane e le attività di skilling, upskilling e reskilling.

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L’Italia deve raggiungere 271 tappe e 346 obiettivi per attuare interamente il suo Pnnr. Le prime, che si riferiscono a risultati qualitativi, sono predominanti nella prima parte del piano (56% dei risultati ottenuti). La decima rata è diventata la più consistente (32,7 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti, incluso il prefinanziamento) e il 46% di tutti gli obiettivi sono ora collegati ad essa.

Finora l’Italia ha ricevuto quattro rate sia per le sovvenzioni che per i prestiti. Includendo il prefinanziamento, il Paese ha ricevuto più della metà delle risorse previste, un dato ben superiore all’attuale media UE (34,5%).

Sovvenzioni o prestitiPagamento
Data
Risorse nette (miliardi di euro)
Quota del totale
Sovvenzioni













Prestiti
Prefinanziamento13.8.20218.9512.5 %*
Prima rata13.4.20221013.9 %
Seconda rata7.11.20221013.9 %
Terza rata9.10.20231013.9 %
Quarta rata28.12.20232.042.8 %
Prefinanziamento REPowerEU25.1.20240.550.8 %
Totaledellesovvenzionierogatefinora
41.5457.9%
Prefinanziamento13.8.202115.9413.0 %
Prima rata13.4.2022119.0 %
Seconda rata7.11.2022119.0 %
Terza rata9.10.20238.557.0 %
Quarta rata28.12.202314.4511.8 %
Totaleprestitipagatifinora
60.9449.7%

Totalesovvenzionieprestitierogatifinora
102.4852.7%
Pnrr Italia: pagamenti al 25 gennaio 2024. Fonte: EPRS, sulla base di dati della Commissione europea: EPRS, sulla base dei dati della

Sul fronte dei pareri degli stakeholders circa la gestione del Pnnr da parte del Governo Italiano, Nel settembre 2021, l’indagine economica dell’OCSE sull’Italia ha valutato positivamente l’Italia, concludendo che era adeguatamente ambizioso e che dava priorità alle riforme per i vincoli critici del Paese. L’OCSE, però, ha individuato tre fasi per rafforzare ulteriormente l’impatto del piano, a partire dal rafforzamento dell’efficacia del settore pubblico e alla creazione di un piano fiscale credibile.

Secondo l’edizione 2024 dell’indagine economica dell’OCSE, l’Italia ha superato bene le recenti crisi, anche grazie a una forte risposta di politica fiscale. L’elevato debito pubblico e le crescenti pressioni sulla spesa legate a sfide quali l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dei tassi di interesse indicano ora la necessità di un consolidamento fiscale di medio periodo. Nel complesso, i progressi compiuti finora nell’attuazione del piano sono giudicati significativi, anche sulla base dell’adozione di riforme ambiziose nei settori della pubblica amministrazione, della giustizia civile e della concorrenza. Gli investimenti pubblici, deboli negli ultimi due decenni, sono in ripresa, sostenuti dal Pnrr. Tuttavia, a fronte di un’amministrazione pubblica ancora percepita come meno efficace rispetto alla maggior parte dei Paesi OCSE, l’attuazione dei relativi progetti è stata considerata in ritardo. Concentrandosi maggiormente su progetti di grandi dimensioni e gestiti a livello centrale, la revisione del PNR del 2023 dovrebbe aumentare le probabilità di una piena attuazione.

fonte © Unione Europea, 2024/Alessandro D’Alfonso