Pnrr: dopo 3 mesi mancano ancor ai dati sul nuovo piano.
Sul nuovo Pnrr italiano, riformato dal Governo Meloni e approvato dalla Commissione von der Leyen, a distanza di tre mesi continuano a non essere sufficienti le informazioni pubblicate ai fini del monitoraggio del piano. Un Esecutivo, ha ricordato oggi Fondazione Openpolis che “continua a non rispettare l’obbligo di trasparenza”.
Seppur siano presenti alcune informazioni sulle misure modificate manca, in particolare, il quadro finanziario di dettaglio del Pnrr e l’elenco aggiornato di tutti i progetti che saranno realizzati, mentre l’unico data set aggiornato è quello sulle scadenze.
“Il decreto Pnrr quater e la quarta relazione del Governo al Parlamento sullo stato di attuazione – ricordano da Fondazione Openpolis – forniscono qualche informazione generale sulla revisione, ma non sono assolutamente sufficienti per comprendere e monitorare il nuovo piano. Questo ci ha costretto a sospendere l’aggiornamento di OpenPNRR“.
Decreto, però, che aveva disposto per i Ministeri la ridefinizione degli importi degli investimenti di competenza entro 30 giorni dalla pubblicazione della legge di conversione del Dl Pnrr quater. Ritardi particolarmente imbarazzanti se si considera che sono ben 99 le misure del piano modificate o aggiunte mentre 4 sono state quelle eliminate del tutto: la promozione degli impianti innovativi, lo sviluppo della leadership internazionale nel campo delle energie rinnovabili e delle batterie, gli interventi per la valorizzazione del territorio e per l’efficienza energetica dei comuni e, infine, la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie.
Ancora, in assenza di dati sugli importi delle singole misure (i dati disponibili sono solo quelli delle missioni), si può solo sapere che i fondi si distribuiscono tra 25 soggetti. Alle articolazioni della Presidenza del Consiglio e dei vari Ministeri infatti si aggiunge la struttura commissariale per la ricostruzione nominata in seguito all’alluvione che ha colpito il Centro Italia nel maggio del 2023.
In valori assoluti, proseguono da Fondazione Openpolis, l’amministrazione che può contare su più fondi è il Ministero delle Infrastrutture con circa 40 miliardi, seguita dal Ministero dell’Ambiente (33,7 miliardi) e quello delle imprese (28,9 miliardi).
La struttura guidata da Adolfo Urso è anche quella che ha beneficiato del maggior incremento di risorse (+9,2 miliardi). Aumento significativo anche per il Ministero dell’Agricoltura (+2,9 miliardi) e per il Ministero del Lavoro (+1,2 miliardi). Il taglio più consistente invece riguarda il Ministero dell’Interno (-8,9 miliardi). Una decisione stravagante pensando alla narrazione sui temi della sicurezza di partiti di governo quali Fratelli d’Italia e Lega Salvini.
A oggi, inoltre, non è ancora possibile sapere quali progetti, a seguito della revisione, sono attualmente inclusi e finanziati dal Pnrr e quali no: “Sappiamo solo – dal decreto Pnrr quater – che il Governo metterà a disposizione nuovi finanziamenti per sostenere la realizzazione degli interventi. Scendendo per quanto possibile nel dettaglio, le autorizzazioni alla spesa più consistenti riguardano i piani urbani integrati – progetti generali con circa 1,6 miliardi di euro. Si prevede inoltre la spesa di un miliardo per finanziare i progetti sull’utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate. Altri 500 milioni sono destinati agli interventi per le aree interne e per il potenziamento dei servizi e infrastrutture di comunità. Ci sono poi 300 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie“, puntualizzano infine da Openpolis.
foto Governo.it