Agricoltura. La Commissione propone una revisione della PAC.
Tenendo fede al suo impegno di alleggerire gli oneri amministrativi per gli agricoltori dell’UE, la Commissione europea ha proposto di rivedere alcune disposizioni della politica agricola comune (PAC), al fine di realizzare semplificazioni, mantenendo nel contempo una politica forte, sostenibile e competitiva per l’agricoltura e l’alimentazione dell’UE.
Proposte, relative alla condizionalità e ai piani strategici della PAC, che mirano a ridurre l’onere dei controlli per gli agricoltori dell’UE e a offrire loro maggiore flessibilità per conformarsi a determinate condizionalità ambientali. La proposta trova, secondo l’Esecutivo von der Leyen, il giusto equilibrio tra la necessità di mantenere il ruolo della PAC nel sostenere la transizione dell’agricoltura europea verso un’agricoltura più sostenibile, le aspettative degli agricoltori e degli Stati membri e l’obiettivo di raggiungere rapidamente un accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio.
Per rispondere a tutte le preoccupazioni espresse nelle scorse settimane, la Commissione sta inoltre inviando al Consiglio e al Parlamento europeo un documento di riflessione che delinea diverse misure volte a migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare. L’elenco delle possibili azioni sarà discusso con i ministri dell’Agricoltura nella prossima sessione del Consiglio.
Nel primo anno di attuazione dell’attuale PAC (2023-2027), gli agricoltori dell’UE hanno dovuto affrontare sfide per conformarsi pienamente ad alcune delle norme benefiche per l’ambiente e il clima denominate “buone condizioni agronomiche e ambientali” (BCAA). Poiché la maggior parte dei pagamenti della PAC che gli agricoltori ricevono sono collegati a questa serie di nove norme, essi sono indicati anche come condizionalità.
La Commissione ha proposto, quindi, una revisione mirata di determinate condizionalità nel regolamento sui piani strategici della PAC. Il riesame riguarda le seguenti condizionalità sugli elementi non produttivi. Gli agricoltoridell’UE dovranno mantenere gli elementi caratteristici del paesaggio esistenti sui loro terreni, ma non saranno più obbligati a destinare una parte minima dei loro seminativi a superfici non produttive, come i terreni a riposo. Potranno ora scegliere, su base volontaria, di mantenere una quota dei loro seminativi non produttivi o di creare nuovi elementi caratteristici del paesaggio (come siepi o alberi) e ricevere quindi un sostegno finanziario supplementare attraverso un regime ecologico che tutti gli Stati membri dovranno offrire nei loro piani strategici della PAC. Tutti gli agricoltori dell’UE saranno incentivati a mantenere aree non produttive benefiche per la biodiversità senza temere perdite di reddito.
Ancora ci sarà flessibilità sulla rotazione delle colture. Gli agricoltori dell’UE saranno in grado di soddisfare tale requisito scegliendo di ruotare o diversificare le loro colture, a seconda delle condizioni che si trovano ad affrontare e se il loro paese decide di includere l’opzione della diversificazione delle colture nel loro piano strategico della PAC. La flessibilità di procedere alla diversificazione delle colture anziché alla rotazione delle colture consentirà agli agricoltori colpiti da siccità regolare o da precipitazioni eccessive di soddisfare più facilmente tale requisito.
Novità anche sulla copertura del suolo durante i periodi sensibili. Gli Stati membri avranno molta più flessibilità nel definire ciò che definiscono periodi sensibili e le pratiche autorizzate a soddisfare tale requisito, alla luce delle loro condizioni nazionali e regionali e nel contesto della crescente variabilità meteorologica.
Oltre a queste modifiche specifiche, la Commissione propone che gli Stati membri possano esentare determinate colture, tipi di suolo o sistemi agricoli dal rispetto dei requisiti in materia di lavorazione del terreno, copertura del suolo e rotazione/diversificazione delle colture. Potrebbero essere possibili anche deroghe mirate per consentire l’aratura per ripristinare i prati permanenti nei siti Natura 2000 in caso di danni causati da predatori o specie invasive. Tali esenzioni potranno essere fissate per l’intero periodo della PAC nei piani strategici della PAC. Esse dovrebbero essere limitate in termini di superficie e stabilite solo laddove si rivelino necessarie per affrontare problemi specifici. La Commissione europea riesaminerà le modifiche necessarie per convalidare le esenzioni e mantenere la coerenza con gli obiettivi ambientali generali dei piani.
In casi estremi di condizioni meteorologiche avverse per gli agricoltori, gli Stati membri possono anche introdurre deroghe temporanee. Tali deroghe dovrebbero essere limitate nel tempo e applicarsi solo ai beneficiari interessati.
Per garantire che i Paesi dell’UE possano adattare più frequentemente i loro piani strategici della PAC al mutare delle condizioni, la Commissione propone di raddoppiare il numero di modifiche consentite ogni anno. Qualsiasi esercizio di semplificazione efficace deve essere condotto in stretta collaborazione con le amministrazioni nazionali.
Da ultimo, ma non meno importante, la Commissione propone di esentare le piccole aziende agricole di meno di 10 ettari dai controlli e dalle sanzioni connesse al rispetto dei requisiti di condizionalità. Ciò ridurrà notevolmente gli oneri amministrativi connessi ai controlli per i piccoli agricoltori, che rappresentano il 65 % dei beneficiari della PAC.
I piani strategici della PAC assegnano il 32 % del bilancio totale della PAC (circa 98 miliardi di EUR) ad azioni volontarie che promuovono gli obiettivi in materia di ambiente, clima e benessere degli animali. Le modifiche proposte mantengono questo bilancio senza precedenti e garantiscono una maggiore flessibilità per conseguire gli obiettivi ambientali della PAC.
Inoltre, gli Stati membri dovranno rivedere i propri piani strategici della PAC entro il 31 dicembre 2025 se specifici atti ambientali e climatici (ad esempio in materia di conservazione degli uccelli selvatici e degli habitat naturali della flora e della fauna selvatiche e protezione delle acque) saranno aggiornati a livello dell’UE.
Il rafforzamento della posizione degli agricoltori nella filiera alimentare è uno degli obiettivi chiave della PAC. Esistono già diverse misure a livello dell’UE per garantire una maggiore equità e proteggere gli agricoltori dalle pratiche commerciali sleali. Sebbene il grado di fiducia e cooperazione tra gli attori della catena sia in aumento, la piena attuazione e applicazione degli strumenti politici disponibili richiede tempo e occorre fare di più.
La Commissione avvierà un osservatorio dei costi di produzione, dei margini e delle pratiche commerciali nella filiera agroalimentare. Composto da rappresentanti di tutti i settori lungo la filiera alimentare e da rappresentanti degli Stati membri e della Commissione, questo osservatorio aumenterà la trasparenza dei costi e dei margini nella catena rendendo pubblici i dati e scambiando informazioni, al fine di creare un clima di fiducia tra le parti interessate e stabilire una diagnosi comune della situazione. Si prevede che si riunisca per la prima volta quest’estate.
Inoltre, la Commissione proporrà opzioni per migliorare in modo mirato l’attuale quadro giuridico stabilito dal regolamento recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (OCM). Tali opzioni comprendono il rafforzamento delle norme applicabili ai contratti che gli agricoltori concludono con gli acquirenti dell’industria alimentare o del commercio al dettaglio e il rafforzamento delle organizzazioni di produttori per consentire agli agricoltori di cooperare e agire collettivamente in modo più efficace nei confronti di altri attori della filiera alimentare. L’obiettivo è contribuire a correggere gli squilibri nella catena, preservando nel contempo il principio fondamentale dell’orientamento al mercato. Analogamente, la Commissione propone la possibilità di nuove norme sull’applicazione transfrontaliera delle norme contro le pratiche commerciali sleali. Attualmente almeno il 20 % dei prodotti agricoli e alimentari consumati in uno Stato membro proviene da un altro Stato membro. È necessario rafforzare la cooperazione tra le autorità nazionali di contrasto, in particolare migliorando lo scambio di informazioni e la raccolta di sanzioni.
Infine, la Commissione effettuerà una valutazione approfondita della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare, in vigore dal 2021. Nella primavera del 2024 sarà presentata una prima relazione che illustra lo stato di avanzamento consolidato dell’attuazione della direttiva da parte degli Stati membri. La relazione confluirà quindi in una valutazione più dettagliata che la Commissione presenterà nel 2025, che potrebbe essere accompagnata, se del caso, da proposte legislative.