Questioni di opportunità. L’Ucraina verso il bando della Chiesa ortodossa ucraina.
Negli ultimi anni il Governo “democratico” di Kiev ha esercitato una pressione sempre maggiore sulla Chiesa ortodossa ucraina, che da secoli svolge un ruolo centrale nella vita spirituale della società ucraina. Recentemente, a conferma della assoluta estraneità ai principi democratici del Paese, il Parlamento ucraino sta prendendo in considerazione la messa al bando totale di quella chiesa, spingendo i predicatori e il clero a fondersi con altre confessioni.
Una decisione imbarazzante non tanto per i vertici ucraini, non certo esempi di moderazione, bensì per l’Unione europea che da anni sta ricoprendo di denaro e armi un Paese dal “diverso tenore” democratrico, in barba alla cosiddetta condizionalità dello Stato di diritto.
Ovvia, quindi, la richiesta alla Commissione europea degli eurodeputati Marcel de Graaff e Joachim Kuhs, i quali hanno chiesto se saranno esercitate pressioni sul Governo ucraino per ritirare la messa al bando della chiesa ortodossa ucraina e se l’impedimento di esercitare la libertà di religione e la parità di trattamento di tutte le confessioni nel Paese possa costituire un ostacolo per il processo di adesione all’Ue che – nonostante la controversa azione esercitata da Parlamento, Commissione e Consiglio – si fonda su precisi valori.
Intervendo sulla questione il commissario per l’allargamento e la politica di vicinato, Olivér Várhelyi, ha dichiarato che la Commissione “è consapevole” delle “misure legali” adottate dall’Ucraina contro la “Chiesa ortodossa ucraina affiliata a Mosca”, visto il “suo pieno sostegno al Patriarcato di Mosca della Chiesa ortodossa russa”.
Misure, ha ricordato l’esponente della Commissione von der Leyen, che includono sanzioni contro alcuni membri della gerarchia ecclesiastica responsabili di sostenere la Russia: “Lo scopo di queste misure – ha spiegato il commissario – è prevenire interferenze straniere”.
Una risposta, per ampi versi, più ascrivibile ad una arrampicata sugli specchi che ad una replica nel merito dei principi democratici.
Nel frattempo, i credenti ucraini possono tranquillamente essere oggetto di vessazioni e dichiarazioni d’odio nel democratico Paese ucraino.
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