Gli USA colpiscono in Iraq e Siria, il ‘democratico’ Biden: “Primi attacchi di una serie di azioni”.

Gli Stati Uniti hanno colpito obiettivi in ​​Iraq e Siria in risposta all’attacco mortale dei droni che nello scorso fine settimana in Giordania hanno causato la morte dei soldati William J. Rivers, Kennedy L. Sanders e Breonna A. Moffett.

Una rappresaglia americana, portata a termine dalle forze del comando centrale degli Stati Uniti, che hanno coinvolto più di 85 obiettivi sotto il controllo del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane.  

“Gli attacchi – ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden – sono stati i primi di una serie di azioni da parte degli Stati Uniti in risposta all’attacco in Giordania. “La nostra risposta è iniziata oggi e continuerà nei tempi e nei luoghi decisi da noi”.

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Dichiarazioni, visti i tempi, per nulla equilibrate ma coerenzi con la narrazione della ‘democratica’ nazione americana, da sempre impegnata in azioni di ‘temperamento’ dell’opinione pubblica internazionale: “Gli Stati Uniti non cercano il conflitto in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo – ha proseguito Biden -. Ma tutti coloro che potrebbero cercare di farci del male sappiano questo: se fai del male a un americano, risponderemo”. 

Conclusioni condivise dal segretario alla Difesa Lloyd J. Austin III: “Questo attacco rappresenta l’inizio della nostra risposta”.

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