Lavoro giovanile, Georgoulis: “Quando la Commissione attuerà decisioni sulla convenzione europea?”.

Lavorare per i giovani ma senza fretta. E’ quanto dimostrato nel tempo anche dall’Esecutivo von der Leyen, che, andando oltre i proclami (come i famosi discorsi sullo Stato dell’Unione) e delle iniziative di scarso impatto (quali l’Anno europeo per i giovani), assicura una azione lenta e di limitata portata per le sorti dell’inclusione dei giovani europei.

A ricordare specialmente il ritardo nell’attuazione delle decisioni della terza convenzione europea sull’animazione socioeducativa e della relativa risoluzione del Consiglio nel quadro della strategia europea per la gioventù, è stato l’eurodeputato del gruppo dei Non Iscritti, Alexis Georgoulis.

“Negli ultimi anni l’importanza dell’animazione socioeducativa è diventata sempre più evidente sia a livello europeo che nei singoli Stati membri. L’animazione socioeducativa comprende un’ampia varietà di attività con contenuto sociale, culturale, educativo, ambientale e persino politico, sostenendo e responsabilizzando giovani uomini e donne affinché realizzino pienamente il loro potenziale come membri autonomi della società. Secondo la Strategia per la gioventù dell’Unione Europea (UE) (2019-2027), l’Agenda europea per l’animazione socioeducativa dovrebbe puntare alla qualità, all’innovazione e al riconoscimento del lavoro con e per i giovani uomini e donne. Inoltre, la risoluzione del Consiglio sull’animazione socioeducativa mira a garantire il riconoscimento dell’animazione socioeducativa”.

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Nonostante questi punti incontrovertibili, la Commissione europea ha dimostrato di non essere puntuale, come d’altronde ha confermato tutta la sua inerzia nei confronti delle osservazioni della Commissione Cult del Parlamento europeo in merito alle sempre meno “buone pratiche” per i giovani, a partire dal programma Erasmus+.

Per la Commissaria della gioventù, Iliana Ivanova, però va sempre tutto bene dalle parti dell’Esecutivo von der Leyen, confermando (se ce ne fosse stato bisogno) l’incapacità della Commissione europea di privarsi di una narrazione autoreferenziale, per usare un eufemismo.

“La Commissione promuove attivamente il potenziamento dell’animazione socioeducativa in Europa nell’ambito del Strategia dell’UE per la gioventù 2019-2027 con l’obiettivo fondamentale di responsabilizzare e coinvolgere i giovani nella società”. Chiaro, come no? Ma le avrà mai lette le call europee della Commissione e delle varie agenzie europee per “l’inclusione dei giovani?”, ovvero monumenti di inaccessibilità specialmente per i giovani delle aree interne e delle organizzazioni poco strutturate.

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“La Commissione – prosegue la risposta del membro della Commissione Ue – sostiene l’animazione socioeducativa e l’attuazione dell’animazione socioeducativa europea, comprese le conclusioni della terza Convenzione europea sull’animazione socioeducativa e la risoluzione associata del Consiglio nel quadro della strategia europea per la gioventù, attraverso un’ampio numero di iniziative. Ciò include i gruppi di lavoro, attività di apprendimento tra pari, l’Erasmus+ e il progetto “European Youth Together”.
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Risposta all’interrogazione parlamentare che si chiude con l’immancabile “limite di competenza” della Commissione Ue sui fatti nazionali: “Pur riconoscendo che il lavoro giovanile è principalmente responsabilità degli Stati membri, la Commissione sostiene lo scambio di buone pratiche e il processo di riconoscimento negli Stati membri attraverso la cooperazione delle agenzie nazionali Erasmus+ sull’animazione socioeducativa. La relazione sulla valutazione intermedia della strategia dell’UE per la gioventù, che sarà adottata nel 2024 fornirà un’ulteriore valutazione sulle attività svolte finora, anche sul lavoro giovanile”.

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Continuiamo a non voler intervenire per migliorare sostanzialmente i programmi per i giovani, rendendoli più accessibili, e, come è ricorrente dalle parti della Commissione europea, continuiamo a perdere tempo e occasioni preziose.

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