Regionali 24, blocchi divisi e scadenze imminenti.

Scadranno lunedì 15, lunedì 22 e giovedì 25 i termini, rispettivamente, per la presentazione dei simboli (ovvero il contrassegno con il quale i partiti dichiarano di voler distinguere le liste nelle singole circoscrizioni insieme alla denominazione del partito o del gruppo politico organizzato), delle liste e delle candidature alla carica di presidente della Regione per le prossime elezioni regionali del 25 febbraio 2024. Appuntamento elettorale che, a meno di 48 dalla prima deadline di lunedì, vede nel centrosinistra la distanza tra la leader del Campo largo, Alessandra Todde, e della guida della Rivoluzione Gentile, Renato Soru.

Dall’altra parte, inoltre, il centrodestra risulta essere ancora diviso, lacerato dalla contrapposizione tra i promotori della continuità con il presidente uscente Christian Solinas, guidati dall’asse Lega-Psd’Az, e i sostenitori della candidatura dell’attuale primo cittadino di Cagliari, Paolo Truzzu.

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Candidato che, proprio oggi, ha lanciato ufficialmente la sua campagna elettorale, partendo da Quartu Sant’Elena, animato dal motto “ascoltare, fare sintesi e poi agire”. Una dinamica, pensando alla gestione delle politiche giovanili e dei giovani, da rivedere per quanto visto nel corso dell’ultimo mandato, dove, indubbiamento si è agito poco.

Andando oltre il merito dell’agire politico e tornando alla cosiddetta “dialettica” tra forze politiche, dal terzo comune della Sardegna il candidato di Fratelli d’Italia ha rilanciato l’appello all’unità del centrodestra, uscito ulteriormente diviso dalla decisione adottata ieri notte dalla Direzione Nazionale del Psd’Az: “Il vostro posto – rivolgendosi a sardisti e leghisti – è nel centrodestra. Se avete dubbi, scioglieteli subito per rispetto nostro, vostro, degli elettori e dei sardi”.

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Partito del presidente, però, che ha ribadito l’intenzione di non voler sostenere l’esponente di Fratelli d’Italia, come confermato al termine della Direzione Nazionale dal Presidente del Psd’Az, Antonio Moro, per il quale “la coalizione di centrodestra, civica e sardista merita di opporsi al giudizio dei sardi per completare le tante azioni avviate con la medesima formula politica e la guida del Presidente uscente Christian Solinas”, rilevando, inoltre, la pesante “assenza di un’altra candidatura condivisa unitariamente dalle forze politiche della coalizione”. Condizione, per Moro, tale da non “giustificare con motivazioni politiche un cambio della guida della coalizione”.

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