7,79 euro l’ora per 1,3 milioni di lavoratori. I giovani al Sud sono i meno pagati.

Nel 2021, per 1,3 milioni di posizioni lavorative (il 6,6% di quelle totali) la retribuzione lorda oraria è risultata pari a 7,79 euro/ora. Una quota percentuale diminuita di 0,3 punti percentuali rispetto al 2020 ma rimasta invariata rispetto al 2019. E’ quanto emerge dall’ultima rilevazione dell’Istat sul lavoro dipendente nel settore privato.

La maggior concentrazione dei cosiddetti low pay jobs si concentrano tra gli apprendisti (26,3% del totale), i giovani under30 (12,3%), i contratti a tempo determinato (11,5%) e tra le posizioni nel Sud (10,9%), ma anche tra le posizioni occupate da donne (7,1%).

I low pay jobs sono inoltre più diffusi tra le posizioni di breve durata: il 16,6% delle posizioni con durata inferiore al mese, l’11,5% di quelle tra 1 e 3 mesi e solo il 2,7% delle posizioni che risultano attive per l’intero anno. La quota dei low pay jobs tra le posizioni con durata inferiore ai 6 mesi è diminuita rispetto al 2020, ma è aumentata rispetto al 2019, in particolare tra quelle con durata inferiore al mese (-1,3 punti rispetto al 2020 e +1,2 punti rispetto al 2019); la stessa dinamica si osserva tra le posizioni a tempo determinato (-0,7 e +1 punti), part time (-0,7 e +0,2 punti), nel Nord-est (-0,1 e +0,2 punti). Nelle imprese di grandi dimensioni i low pay jobs sono, invece, aumentati sia sul 2020 (+0,1) sia sul 2019 (+0,3).

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In diminuzione, rispetto al 2020 e al 2019, l’incidenza dei low pay jobs tra le posizioni occupate da uomini (-0,3 e -0,1 punti rispettivamente), da apprendisti (-1,4 e -1,7 punti), con durata superiore ai 6 mesi (-1,4 e -0,4 punti) o a tempo indeterminato (-0,4 e -0,5).

Rispetto al 2020, anche la retribuzione lorda annua per posizione lavorativa (che include le retribuzioni delle posizioni attive solo una parte dell’anno) è aumentata del 3,6%, raggiungendo 12.139 euro.

Retribuzione lorda annuale, però, che scende per le posizioni occupate da donne (9.375 euro), da under30 (4.795 euro) e da chi possiede al più un diploma di licenza media (9.539 euro); il valore mediano è inoltre inferiore a quello calcolato sul totale delle posizioni per quelle a tempo determinato (2.516 euro), a tempo parziale (5.504 euro), con qualifica di apprendista (8.678 euro) o di operaio (8.118 euro), al Sud (7.671 euro) o nelle Isole (7.700 euro).

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Nel 2021 si confermano i marcati differenziali retributivi osservati negli anni precedenti associati al genere (un uomo percepisce 5.791 euro in più di una donna), all’età (un giovane under30 oltre 13mila euro in meno rispetto ad un over50), al paese di nascita (chi è nato all’estero 6.602 euro in meno rispetto a chi è nato in Italia) o al titolo di studio del dipendente (un laureato 11.793 euro in più rispetto a chi ha ottenuto al più la licenza media), ma anche al tipo di contratto (una posizione a tempo determinato oltre 18mila euro in meno rispetto ad una posizione a tempo indeterminato), all’attività economica (le posizioni occupate nei Servizi oltre 12mila euro in meno rispetto a quelle occupate nell’Industria) o alla dimensione di impresa (chi lavora in imprese sotto i 10 dipendenti circa 11mila euro in meno rispetto a chi lavora in imprese con più di 500), oltre che al territorio (chi lavora al Sud 8.500 euro in meno rispetto a chi lavora al Nord-ovest).

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