Le proteste per la chiusura dei locali nonostante l’arrivo dei croceristi. L’analfabetismo funzionale regna.

E’ di oggi la notizia del clamore suscitato dalla chiusura dei negozi in città nonostante la presenza di circa 4mila croceristi arrivati a Natale a Cagliari con la nave MSC. “Carta stampata”, nell’occassione, arrivata a stigmatizzare l’impreparazione della città di Cagliari, definendo la municipalità, tra le righe, come allergica all’economia turistica.

Andrebbe ricordato ai tanti analfabeti funzionali o (peggio) ignoranti che non bisognerebbe sorprendersi circa tali dinamiche in una città dove latitano i consumatori locali (basterebbe andare in giro in un qualsiasi locale o parlare con un pubblico esercente per conoscere i dati di spesa pro capite di un cagliaritano/a medio), dove ancora l’amministrazione cittadina non ha brillato per coraggio nelle scelte a tutela della libera impresa, per usare un eufemismo, e dove,inoltre, le pretese di uno sparuto gruppo di residenti (che vorrebbero tutto riservato sotto le proprie abitazioni, parcheggi pubblici compresi) valgono più di tanta professionalità messa costantemente in campo dalle diverse migliaia di esercenti pubblici.

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Lamentarsi per la pessima performance, che certifica le reali ambizioni turistiche allo stato dell’arte della Città di Cagliari, è sì lecito ma continuare a menarla sul tema degli imprenditori “lazzaroni” non può che esprimere una elevata dose di analfabetismo funzionale e di ignoranza – tipica del fancazzista o, peggio, del più improbabile dipendente pubblico-privato – verso termini quali costi aziendali e la mancanza di utile d’impresa.

Elementi, la durata limitata della permanenza dei croceristi in città, circa 8 ore, e la capacità di spesa degli stessi – come non ricordare le famose tavolate da dieci commensali e ben 4 caffè e due mezze naturali di conto – che difficilmente possono suscitare appetibilità verso una classe di imprenditori quotidianamente vessata da una amministrazione pubblica carente, un mercato sempre più ristretto (ricordiamolo agli analfabeti funzionali della stampa e della comunità locale che la popolazione, anche quella produttiva, sta diminuendo nell’Isola) e, come ricordato precedentemente, dalle pretese anacronistiche dei comitati di residenti.

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Ma, come ben risaputo e radicato nell’uso e costume locale, ragionare con cognizione di causa è merce assai rara. Cagliaritani e cagliaritane buon 2024!