Insularità, il bilancio della Commissione speciale.
“L’inserimento del principio di insularità in Costituzione è stato un successo ma deve essere considerato solo un punto di partenza. Ora bisogna dare attuazione alle norme che consentano alla Sardegna di superare il ritardo di sviluppo rispetto alle altre regioni d’Europa”. A dirlo Michele Cossa, presidente della Commissione Speciale per l’Insularità del Consiglio regionale, che questa mattina ha tracciato un bilancio del lavoro svolto dall’organismo consiliare.
“Sono stati quattro anni di intenso lavoro – ha detto Cossa – coronati dal successo del raggiungimento di un grande risultato. Ora però viene la parte più difficile”. Per il presidente della Commissione “la condizione di svantaggio delle regioni insulari deve diventare una questione nazionale. Solo così la Sardegna potrà ottenere ciò che le spetta. Dopo l’entrata in vigore della modifica costituzionale, i segnali da parte del Governo sono stati molto modesti: appena 5 milioni di euro per la continuità territoriale stanziati con la Legge di Stabilità. Lo Stato deve capire che fino a quando la Sardegna avrà la palla al piede dell’insularità, la forbice dello sviluppo con le altre regioni è destinata ad allargarsi”.
Il costo dell’isolamento è stato stimato in circa 9 miliardi di euro l’anno, un macigno che vale un terzo del nostro Pil. “Il problema non sono solo i trasporti e la continuità territoriale per i passeggeri e per le merci – ha detto Cossa – sul piatto c’è anche la parte più importante dell’art 119 della Costituzione che contiene la legittimazione delle politiche di coesione alle quali l’Ue destina un terzo del proprio bilancio. Ecco perché è urgente un’azione congiunta da parte di Regione, Governo e Unione Europea”. Un’azione da concretizzarsi in tre fasi: analisi delle criticità da parte della regione con la presentazione di proposte allo Stato e alla Ue; continuo confronto da parte dello Stato con l’Europa che consenta di stanziare risorse significative per le infrastrutture e il diritto alla mobilità; una diversa politica da parte della Ue nei confronti delle Regioni svantaggiate. Su quest’ultimo punto Cossa è stato categorico: “Bisogna superare il concetto degli aiuti di Stato – ha rimarcato il presidente della Commissione – i vincoli dell’Unione. come nel caso dei trasporti, rappresentano un ostacolo alla competitività. Alla Sardegna non si possono applicare le stesse regole che si applicano alla Baviera o alla Pianura Padana. Gli aiuti di Stato devono essere visti non più come sussidi ma come compensazioni”.
Infine un auspicio anche in vista della prossima tornata elettorale: “Mi auguro – ha concluso Cossa – che sul tema dell’insularità ci sia un’assoluta convergenza da parte delle forze politiche. Se dovesse prevalere l’indifferenza nessun problema potrà essere risolto”.
Di sicuro, andando altre le note autoreferenziali dei nostri esponenti regionali, ciò che si è registrato a livello nazionale, all’interno della Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’Insularità, è l’infinito ciclo di audizioni il cui unico scopo, per quanto visto fino ad oggi, sembrerebbe la promozione di interventi di piccolo cabotaggio e politiche tokeniste per ‘stemperare’ il malcontento, per non chiamarle “irragionevoli richieste”, dei sardi e dei siciliani.
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