Il valore degli accordi commerciali dell’UE supera i 2 000 miliardi di euro.
Secondo la 3a relazione annuale sull’attuazione e sull’applicazione della politica commerciale dell’UE, nel 2022 il valore degli scambi dell’UE nell’ambito di accordi di libero scambio con partner di tutto il mondo ha per la prima volta superato i 2 000 miliardi di euro.
La relazione della Commissione europea, nel dettaglio, evidenzia che nel 2022 gli scambi con i 20 principali partner firmatari di accordi commerciali sono aumentati in media di quasi il 30 %. La Commissione, in collaborazione con gli Stati membri e con le imprese dell’UE, ha anche ottenuto l’abbattimento di più di 30 ostacoli al commercio in 19 Paesi. Nel corso degli ultimi cinque anni, l’opera di rimozione degli ostacoli ha contribuito a sbloccare 7 miliardi di euro di esportazioni dell’UE nel solo 2022.
L’UE dispone della più grande rete di accordi commerciali del mondo, con 74 Paesi in totale; gli scambi nell’ambito di questa rete rappresentano il 44 % di tutti gli scambi commerciali dell’UE. Nel 2022 gli scambi tra l’UE e i partner firmatari di accordi commerciali (prodotti energetici esclusi) hanno superato gli scambi dell’UE con tutti gli altri partner. Questi accordi hanno contribuito a sostenere il commercio e gli investimenti in un contesto imprenditoriale globale difficile caratterizzato da crescenti sfide geopolitiche.
Gli accordi commerciali hanno continuato a generare crescita economica e a consolidare la resilienza delle catene di approvvigionamento, aprendo nuove opportunità di esportazione per i produttori e gli agricoltori dell’UE, ad esempio, le esportazioni UE di prodotti farmaceutici in Vietnam sono aumentate del 152 %, quelle di automobili e pezzi di ricambio in Corea del Sud del 217 %, le esportazioni UE di carne in Canada sono aumentate del 136 % e le esportazioni UE di servizi in Canada del 54 %; rendendo le esportazioni più resilienti agli shock esterni. Nel 2022 le esportazioni dell’UE di merci oggetto di sanzioni verso partner preferenziali sono aumentate di 174 miliardi di €, compensando di gran lunga i 27 miliardi di euro persi nelle esportazioni verso la Russia; garantendo l’accesso a importanti fattori di produzione e riducendo l’eccessiva dipendenza da un singolo Paese: nei primi cinque anni dell’accordo UE-Canada (CETA) le importazioni di materie prime critiche dal Canada all’UE sono aumentate del 56 % a fronte di una crescita del solo 25 % delle importazioni di tali materie da altre fonti, contribuendo alla strategia dell’UE di diversificazione al di fuori della Russia. Le materie prime critiche sono essenziali per le trasformazioni verde e digitale dell’economia dell’UE.
Nel 2022, ancora, la Commissione ha ottenuto l’eliminazione di 31 ostacoli agli scambi in 19 paesi partner, promuovendo così le esportazioni dell’UE in settori importanti quali quelli dell’agroalimentare, dei prodotti farmaceutici, della salute e dei cosmetici.
Gli Stati Uniti hanno ad esempio modificato ostacoli di lunga data sull’importazione di prodotti ovini e caprini e la Costa Rica ha abolito la decennale imposta del 10 % sulla birra importata dall’UE.
È proseguita, inoltre, l’attività di risoluzione delle controversie in sede di Organizzazione mondiale del commercio. L’UE ha avviato quattro nuove controversie tra cui il primo procedimento di questo tipo con il Regno Unito, che verteva su un regime discriminatorio di sovvenzioni per l’energia verde. La controversia è stata risolta di comune accordo dopo soli quattro mesi. L’UE ha inoltre prevalso nella controversia con la Turchia sulle pratiche discriminatorie nel settore farmaceutico e sta ora monitorando i progressi della Turchia verso la conformità.
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