Alessandra Todde alla Festa dell’Unità: “Questa destra male assoluto per l’Isola”.

“Sono felicissima di essere qui oggi alla Festa dell’Unità con Elly Schlein e tutto il popolo democratico”. Ha esordito così in serata alla Festa dell’Unità la candidata del Campo largo, Alessandra Todde. Un vero e proprio lancio in grande stile per la campagna elettorale per le prossime regionali del 2024. Dentro una sala gremita l’esponente pentastellata non ha mancato di ribadire il messaggio alle altre anime del centrosinistra ancora fuori dalla coalizone: “Oggi è una giornata di festa, oggi siamo qui per parlare di Noi, del programma, della nostra visione di Sardegna e di quanto sia necessaria una seria è valida alternativa a questa destra che rappresenta il male più assoluto per le sarde e i sardi”.

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Isola, ha ricordato la Todde, sempre meno “in salute: “I dati forniti dall’Osservatorio Ambrosetti sono impietosi: con un misero punteggio di 4.4, siamo tra le ultime regioni nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, lontanissimi dalla media nazionale del 5.7 e dal 7.5 dell’Emilia Romagna. Non avevamo bisogno di dati per capire che la sanità in Sardegna é una tragedia. E’ necessario riqualificare le funzioni e le strutture ospedaliere con distinzione tra ospedali a bassa, media e alta intensità e far fronte alla carenza di personale sanitario, specie nelle zone interne, attraverso nuovi metodi di incentivazione e nuove possibilità di avanzamento di carriera per chi lavora in zone disagiate e periferiche. La sanità gestita da privati – prosegue – deve affiancare, arricchire, ma mai sostituire la sanità pubblica”.

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Criticità riscontrate anche nella gestione del cosiddetto assalto al territorio sardo da parte dei big player dell’eolico e nell’educazione delle nuove generazioni: “Stiamo vivendo in una situazione a dir poco caotica. Sull’eolico bastava redigere una mappatura piuttosto che demonizzare un intero settore. In Trentino – prosegue – l’azienda Dolomiti energia, posseduta dalla Regione, destina i propri proventi nelle bollette dei consumatori e delle imprese facendo, così, spendere meno per le utenze. Perché non si può fare in Sardegna? Le nuove generazioni – conclude – non sono formate come richiesto dal mercato ma noi come statuto possiamo fare di più”.

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