Stop all’uso degli schermi digitali sotto i 2 anni. Ecco la campagna della SIPPS.

Basta alla genitorialità per conto terzi e all’uso degli schermi digitali sotto i due anni. A chiederlo, nel corso del congresso ‘Pediatria 5P – Predittiva, Preventiva, Personalizzata, Partecipata, Proattiva’ i membri della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps).

Arrivati da tutta Italia, gli oltre 400 i pediatri hanno discusso della campagna di sensibilizzazione contro l’uso degli schermi digitali sotto i 2 anni dal titolo ‘Ora che lo so. Il cellulare può aspettare’, che ha acceso i riflettori su una nuova emergenza, quella legata alle tecnologie digitali che, pur rappresentando una parte integrante dei processi di comunicazione, relazione e apprendimento di bambini, bambine e adolescenti soprattutto durante l’emergenza pandemica, svelano dei contorni di pericolosità legati al loro errato utilizzo o addirittura abuso. 

Proprio su questo aspetto si è concentrata l’iniziativa realizzata dall’assessorato all‘Istruzione del comune di Bergamo in collaborazione con Ats Bergamo, pediatri di famiglia Bergamo, Garante per i diritti dell’infanzia e adolescenza del comune di Bergamo, Associazione Parole O_Stili, e con la partecipazione di SpazioUau, consulting company di Trieste specializzata nei servizi di comunicazione, marketing e sviluppo digitale, che ha ideato la campagna online e offline. Iniziativa presentata nuovamente alla platea dei tanti pediatri intervenuti al XXXV Congresso Nazionale della Sipps. 

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Oggetto della campagna è dunque la sensibilizzazione degli adulti sugli effetti dannosi dell’utilizzo del cellulare da parte dei bambini sotto i 2 anni di vita. Con lo slogan ‘Ora che lo so’/oracheloso.bergamo.it, e attraverso una creatività multi soggetto, viene posta l’attenzione su comportamenti comuni che spesso gli adulti mettono in campo nella relazione con i bambini, sulle conseguenze negative che quei gesti comportano, sulle consapevolezze che dovrebbero nascere una volta conosciuti i rischi e i possibili disturbi derivanti dall’uso disinvolto dei device. A quale genitore non è capitato di utilizzare lo smartphone come un babysitter moderno? Perchè in fondo aiuta a ‘tranquillizzare’ i nostri bambini e le nostre bambine durante la cena con gli amici, il viaggio in auto o quel programma in tv che ci piace tanto.

La percentuale italiana di bambini e bambine, tra gli 11 e i 15 mesi, che usano computer, tablet o smartphone è pari al 58,1%. Un uso precoce di dispositivi digitali contribuisce allo sviluppo di abitudini stimolo-risposta che compromettono la capacità di concentrazione e pazienza, alterando l’organizzazione della conoscenza e influendo negativamente sulle aree cruciali per lo sviluppo del linguaggio. Ora che lo so, non ricorro a smartphone o tablet per superare il momento di difficoltà e da genitore sarò un supporto sicuro per fare esperienza con cibo e sapori. L’allattamento, la ninna nanna per addormentarli, il momento della pappa: sono tutte occasioni per ottimizzare i tempi e fare quella chiamata rimandata da giorni o guardare quel video che hanno condiviso nella chat dei colleghi. Perché in fondo così non perdo ulteriore tempo prezioso. Ma è davvero così? L’interruzione di una connessione tra bambini e genitori, persino con una telefonata di 30 secondi, può interferire con la funzione di rispecchiamento relazionale, influenzando così l’acquisizione dell’autoregolazione emotiva.

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In pratica, quando il bambino non ha una figura di riferimento a cui guardare per capire il mondo, può sviluppare una visione negativa degli eventi che gli si verificano intorno. Ora che lo so, sono consapevole che il mio sguardo attivo e reattivo è importante per la sua crescita. Per questo disattivo le notifiche del mio smartphone, così da potermi dedicare appieno al mio ruolo di genitore. L’allattamento è un momento fondamentale di relazione, evito di utilizzare schermi come tv, smartphone e tablet per intrattenermi. Preferisco la connessione tra noi due, occhi negli occhi. “La tutela del minore, in questo caso dei bambini sotto i 2-3 anni di vita- ha spiegato alla Dire il Garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del comune di Bergamo e responsabile dell’educazione alla salute della Sipps, Leo Venturelli- prevede anche di occuparsi dei rischi che i piccoli corrono per l’esposizione precoce a tablet e cellulari. L’aspetto del raggiungimento dei traguardi di crescita del neuro sviluppo viene compromesso specie nella mancanza di occasioni di interazione e di gioco tra genitore e bambino quando il primo è occupato a chattare o addirittura quando il secondo usa il cellulare direttamente”. “La genitorialità responsiva- ha concluso il pediatra di famiglia- è ovviamente molto compromessa dall’abuso del cellulare e questo tema è importante per chi come me vuole garantire il diritto dei bambini a uno sviluppo neuro evolutivo al massimo potenziale possibile”. 

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foto europarl.europa.eu