Lombardia, una rete istituzionale contro la dispersione scolastica e il disagio dei giovani.

Sistema scolastico e situazione giovanile sono stati al centro del convegno “Dispersione scolastica: modelli e strategie di prevenzione e contrasto” che si è tenuto questa mattina a Palazzo Pirelli, in occasione della Giornata internazionale diritti infanzia e adolescenza.

Promosso dal Garante dell’infanzia e adolescenza Riccardo Bettiga, il convegno ha visto la partecipazione di Simona Tironi, Assessore regionale all’Istruzione, Formazione, Lavoro, di Elena Lucchini, Assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità e di Luciana Volta, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia.

“La dispersione è un fenomeno ancora troppo poco conosciuto – ha spiegato Riccardo Bettiga, Garante per i diritti infanzia e adolescenza di Regione Lombardia –. Il problema non è solo l’abbandono della scuola ma piuttosto addirittura la mancata considerazione dell’importanza della scuola stessa, l’istituzione principale della vita dei ragazzi, un investimento per il futuro. Si tratta, quindi, di un problema culturale che interpella la consapevolezza di ognuno di noi, dalle famiglie, alle istituzioni e ai cittadini. Occorre, dunque, che le istituzioni e Regione Lombardia intervengano con servizi adeguati a garantire il benessere dei ragazzi, perché il clima positivo all’interno della scuola riduce il rischio di abbandono. Bisogna investire sulle politiche e le iniziative legate all’orientamento e alla formazione e sull’informazione consapevole”.   

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La dispersione scolastica in Italia è al 12,7%, tra le più alte d’Europa dopo Romania e Spagna. In pratica oltre 100mila studenti – poco meno della popolazione di una città come Monza – ogni anno abbandonano la scuola.
In Lombardia va un po’ meglio: il tasso di abbandono scolastico si attesta all’11,3%, ancora lontano dall’obiettivo del 9% entro il 2030 stabilito dalla UE.

Inoltre, secondo gli ultimi dati ISTAT, nel 2022 la percentuale di persone di 18-24 anni con il diploma di scuola secondaria di primo grado (licenza media) che non sono inserite in un percorso di istruzione si attesta in Italia al 11,5%, in Lombardia 10%. A livello nazionale, il fenomeno riguarda il 13,6% dei maschi e il 9,1% delle femmine 9,1%, e arriva la 30% per i cittadini stranieri. L’obiettivo fissato dall’Unione europea per il 2030 indica il 9%.

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“Questi numeri ci raccontano di una emorragia di ragazzi, risorse ed energie dal mondo della scuola. Ma la dispersione scolastica è anche una perdita economica e un costo per il Paese”, ha sottolineato nel suo intervento il Presidente del Consiglio regionale Federico Romani.

In questo scenario contrastare la “fuga” dalla scuola e garantire pari opportunità ai più giovani deve essere una priorità per lo Stato. “Le risorse ci sono. Il Pnrr prevede un investimento di 1,5 miliardi di euro con l’obiettivo di scendere entro il 2026 al 10,2% di abbandoni precoci. In Lombardia parliamo di 57,66 milioni di euro destinati a 384 istituti scolastici” ha aggiunto il Presidente Romani.

L’Assessore Simona Tironi ha anticipato il lancio, nei primi mesi del 2024, di una web app per l’orientamento consapevole e la sperimentazione avviata in 50 istituti di un servizio “La scuola ascolta” di supporto psicologico. Sensibilizzazione e supporto sono invece gli obiettivi della app “Crescere alla grande”, un programma di prevenzione e di contrasto al disagio messo a disposizione dall’assessorato guidato da Elena Lucchini e su cui Regione Lombardia ha finanziato circa 3 milioni di euro.  

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Ma, al di là delle risorse, occorre un cambio di prospettiva. “Dobbiamo essere capaci di trasmettere alle ragazze e ai ragazzi un messaggio semplice e chiaro: indipendentemente dalla famiglia, dalla città o dal quartiere in cui nasci, è a scuola che scriverai la tua vita – ha puntualizzato il Presidente Romani-. Ma soprattutto la scuola potrebbe essere anche il luogo dove fare crescere le passioni e gli interessi dei ragazzi: le bambine e i bambini di tutto il mondo non sono solo soggetti da tutelare, ma cittadini titolari di diritti. Dobbiamo guardare a ciò che accadrà domani. E loro sono il futuro”.