Dimensionamento scolastico. I sindaci dell’oristanese rigettano il piano regionale.
“Da Oristano parte un segnale unitario, forte e inequivocabile, frutto della volontà di tutte le autonomie locali: il piano di dimensionamento scolastico che per la provincia prevede l’accorpamento di 4 dirigenze deve essere respinto”.
Il documento, frutto della concertazione tra tutti i comuni della provincia, è stato sottoscritto da Oristano e dalle Unioni dei Comuni del Montiferru e Alto Campidano, Terralbese, Fenici, Alta Marmilla, Parte Montis, Guilcier, Barigadu, Bassa Valle del Tirso e Grighine e Costa del Sinis Terra dei Giganti. I contenuti sono stati illustrati dal Sindaco Massimiliano Sanna nel corso della conferenza dei sindaci che si è riunita presso la sede dell’Amministrazione provinciale: “Esprimiamo un parere negativo alle Linee guida per la programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa per il 2024/2025 – ha detto il Sindaco Sanna che per primo nelle scorse settimane si era fatto promotore di una posizione unitaria dei sindaci -. Le Linee guida si prefigurano come un atto normativo che impoverisce la scuola pubblica. Oristano e i Comuni della Provincia esprimono parere negativo alla disciplina introdotta dalla normativa nazionale, fortemente convinti che occorrano investimenti, risorse e attenzione verso l’istruzione pubblica e le nuove generazioni e non soppressioni al fine di avere istituzioni scolastiche con una popolazione definita dal legislatore come ottimale”.
“Con i Presidenti delle Unioni ribadiamo un no deciso al dimensionamento scolastico e ad un’applicazione ragionieristica del provvedimento – ha detto Sanna riassumendo il documento -. Alla perdita delle autonomie scolastiche (dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi) potrebbero seguire quella di numerosi posti di lavoro tra il personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Analogamente potrebbe seguire un probabile aumento degli alunni per classe e di conseguenza perdita di posti di lavoro tra i docenti, con un aumento della complessità organizzativa con una penalizzazione ulteriore delle aree più fragili a partire da quelle interne”.
Il documento chiede il mantenimento delle istituzioni scolastiche e il rigetto di nuovi istituti costituiti di norma da 1.200/1.300 alunni. Al Presidente della Giunta e all’Assessore regionale alla Pubblica istruzione si chiede di farsi parte attiva nella promozione di iniziative per la tutela delle specifiche caratteristiche della scuola sarda. Si propone la costituzione di un tavolo tecnico permanente provinciale dell’istruzione che monitori l’andamento demografico, le iscrizioni e la dispersione scolastica e organizzi forme di sussidiarietà e mutuo soccorso tra Oristano e i comuni della provincia, individui le istituzioni scolastiche capaci di garantire un assetto organizzativo nel tempo nei vari ordini e gradi e le scuole che presentano qualità nell’edilizia, innovativi con laboratori, spazi esterni, parametri di sicurezza e certificazioni richieste dalla normativa. Il documento chiede infine al Presidente della Giunta e all’Assessore alla Pubblica istruzione un disegno di legge regionale per la disciplina del sistema educativo di istruzione e formazione e un disegno di legge che introduca in Sardegna l’insegnamento curricolare della Lingua Sarda nelle Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di 1° grado. L’emanazione di una Legge Regionale sul Sistema educativo e sull’insegnamento della Lingua Sarda esonererebbe l’isola dall’applicazione delle disposizioni sui limiti minimi del numero di studenti delle autonomie scolastiche per acquisire o mantenere personalità giuridica alle scuole.
“La battaglia a difesa delle autonomie scolastiche non è ancora vinta, ma oggi abbiamo raggiunto un risultato straordinario – osserva il Sindaco di Oristano -. L’unità dimostrata dai sindaci in questa occasione è indice di una forte volontà delle comunità locali a difesa del sistema scolastico, presidio essenziale delle istituzioni dello Stato e motore irrinunciabile di crescita. Auspico analoga unità sulle altre battaglie che interessano la provincia e con la Regione un dialogo proficuo e costruttivo a beneficio delle comunità locali”.