La storia di Davide, “l’assistente del Mago d’Ozieri”.

La compagnia teatrale che lavora alla realizzazione del “Mago d’Ozieri” è come una famiglia composta da persone accomunate da un obiettivo: portare in scena lo spettacolo. Come in tutte le famiglie numerose vi sono differenze di carattere e personalità che rendono la compagnia talvolta all’apparenza caotica ma vitale grazie alla sua varietà. In questo microcosmo creativo vi sono poi delle persone speciali che, smentendo pregiudizi e preconcetti, arricchiscono con il loro operato e le loro idee la creazione dello spettacolo.

Davide (il nome è di fantasia), 17 anni, è certamente uno di loro.  Davide presenta una condizione di disturbo dello spettro autistico (DSA), comune a non poche persone della sua età. Tale condizione comporta difficoltà nella sfera del linguaggio e della socialità. Difficoltà che in età adolescenziale si sommano spesso a un difficile percorso di crescita e maturazione. A causa della sua DSA Davide è stato vittima di bullismo nella scuola da lui frequentata e oggi si trova qui, nella compagnia del “Mago d’Ozieri”, per cercare di lasciarsi alle spalle i brutti ricordi del suo recente passato.

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Essendo per lui non semplice esibirsi in pubblico gli è stato affidato un ruolo dietro le quinte non meno importante di quello dell’attore. Davide è l’aiuto regista e come tale funge da trait d’union tra il regista e gli attori. Il suo, tuttavia, non è un ruolo unicamente logistico o di comunicazione. A lui, difatti, è richiesto di esprimere opinioni, offrire degli spunti, condividere delle idee in merito allo svolgimento dello spettacolo. Oltre a ciò, Davide si premura di far si che tutto sia in ordine per le prove, che la strumentazione sia pronta, che gli attori siano puntuali in sala prove. In altre parole, un ruolo a 360° gradi che nella compagnia gli è valso il soprannome di “Aiutante del Mago d’Ozieri”.

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“Lui è un ragazzo straordinario”, afferma Michele Demontis, formatore del progetto e regista dello spettacolo. “Inizialmente, interagire con lui, riuscire a farlo sentire parte del progetto, ha richiesto del tempo. Una volta poi che ci siamo trovati sulla stessa lunghezza d’onda, le cose sono venute da sé e senza alcuna forzatura. Le opinioni e i suggerimenti di Davide sono per me di grande aiuto perché rappresentano un punto di vista del tutto diverso dal mio e in tal senso sono di arricchimento per lo spettacolo.”

Vi sono opere teatrali che iniziano con l’apertura e del sipario e si concludono con la sua chiusura. Altre come “il Mago d’Ozieri”, al contrario, hanno durata ben più estesa della sola messa in scena. Con il loro messaggio d’inclusione, reso concreto dal coinvolgimento di persone come Davide, “vanno in scena” ben prima dell’apertura del sipario e ben oltre la sua chiusura. 

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