Israele, Borrell: “Diritto alla difesa ha dei limiti”.
Bisogna “fare appello alla voce della ragione”. Questo il principale messaggio dell’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, condiviso nel corso dell’ultima plenaria al Parlamento europeo sulla nuova crisi geopolitica in Medio Oriente. Conflitto che proprio ieri notte ha registrato l’ennesima tragedia: l’attacco missilistico all’ospedale di Gaza che, stando alle prime stime, ha già provocato oltre 500 morti.
“Abbiamo tutti condannato l’orrore indicibile degli attacchi subiti da Israele. Quegli attentati contro la popolazione civile che hanno lasciato tanti morti, hanno colpito tante persone indifese mentre celebravano la vita e si sono trovate faccia a faccia con la morte”, ha dichiarato Borrell.
“Israele ha il diritto di difendersi. Lo ha sempre avuto e chiunque si vedesse aggredito in questo modo brutale avrebbe il diritto di difendersi. Ma penso che siamo tutti uniti nel dire che il diritto alla difesa, come tutti i diritti, ha dei limiti. E, in questo caso, sono i limiti posti dal diritto internazionale e, in particolare, dal diritto internazionale umanitario”.
Sono già oltre 3.000 (750 circa i bambini) le vittime civili a Gaza ha rilevato Borrell: “In questi momenti tragici, credo che l’Unione europea debba basare la sua risposta su quattro principi: fermezza, umanità, coerenza e un atteggiamento politico proattivo di fronte a questo conflitto.
“Il conflitto tra Israele e Palestina deve essere affrontato, perché la pace tra i Paesi arabi e Israele, che è una buona notizia, non porta automaticamente con sé la pace tra Israele e Palestina, che deve essere anch’essa raggiunta. Ma la pace – prosegue Borrell – non verrà da sola, la pace deve essere costruita. Riconosciamo che nella comunità internazionale di cui facciamo parte non abbiamo fatto tutto ciò che era necessario affinché gli Accordi di Oslo – che ormai compiono trent’anni – venissero messi in pratica. Proclamiamo ogni giorno la soluzione dei due Stati”.
Da Oslo ad oggi, il numero dei coloni israeliani e dei coloni provenienti dai territori occupati si è triplicato. E lo spazio del possibile Stato palestinese si è ridotto e tagliato in un labirinto di spazi non collegati tra loro.
“Stiamo lavorando con il nostro inviato speciale per il Medio Oriente, Sven Koopmans, con la Giordania, con l’Egitto, con la Lega Araba, con l’Arabia Saudita, per avviare, anzi rilanciare, un processo che possa condurci verso questi due Stati. Dobbiamo ricalibrare e aumentare questo sforzo. Alle Nazioni Unite abbiamo riunito 60 Paesi e quasi tutti si sono espressi a favore di questa soluzione”, ha concluso Borrell.
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