Rifugiati latinoamericani. Verso l’accordo Spagna-USA.

Con un tasso di disoccupazione quasi al 14% la Spagna si accinge a chiudere con gli Stati Uniti d’America un accordo per l’accoglienza dei rifugiati latinoamericani.

Una decisione discutibile per l’esponente di Identità e Democrazia, Joachim Kuhs, per il quale l’indebolimento del mercato del lavoro spangolo e la politica monetaria più restrittiva della Banca Centrale Europea ridurrà gli investimenti tra le imprese, e, di conseguenza, porterà a un rallentamento della crescita dell’occupazione.

Sull’opportunità dell’intesa tra Spagna e Stati Uniti, la Commissione europea, tramite Ylva Johansson ha dichiarato che le istituzioni Ue da sempre incoraggiano gli Stati membri a mettere in atto programmi di reinsediamento volontario e programmi di ammissione umanitaria per fornire percorsi sicuri e legali di protezione per i richiedenti asilo.

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“La Commissione – ha dichiarato Johansson – è consapevole dei tassi di disoccupazione strutturale in Spagna. Sebbene questo rappresenti una sfida, il Piano di ripresa e resilienza spagnolo dovrebbe consentire ulteriori miglioramenti, in particolare aumentando l’occupabilità dei giovani e i programmi di riqualificazione e aggiornamento professionale per contribuire a colmare le lacune e gli squilibri in termini di competenze”. Magari come in Italia dove le quote per giovani e donne nei bandi del PNRR non sono rispettate…

“Sostenere i beneficiari di protezione internazionale ad integrarsi nel mercato del lavoro promuove la loro integrazione nella società ospitante. Si tratta di un investimento sociale ed economico che rende le società europee più coese. Il processo di integrazione – prosegue l’esponente della commissione von der Leyen – coinvolge la società di accoglienza, crea opportunità per la piena partecipazione economica, sociale, culturale e politica degli immigrati e il loro adattamento verso il nuovo Paese di residenza”.

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