Stato di diritto, Garraud: “Lo rispetta la Commissione Ue?”.

Continua a destare perplessità l’utilizzo dello strumento della condizionalità dello Stato di diritto in Ue da parte della Commissione europea. Istituzione, come ricordato dall’eurodeputato Jean-Paul Garraud di Identità e Democrazia, che sembra applicare questo concetto in modo diverso “a seconda dello Stato membro”.

“Sebbene la Commissione utilizzi questo principio per criticare i Paesi che rifiutano la sua politica a favore dell’immigrazione, essa tace completamente sulle violazioni dello Stato di diritto in Francia. Il Rapporto annuale 2023 sullo Stato di diritto non fa menzione del ministro della Giustizia francese mantenuto in carica nonostante sia stato due volte indagato e deferito con accuse alla Corte di giustizia della Repubblica – scrive Garraud -. Né viene menzionata la volontà del presidente Macron di censurare i social network, né le azioni e le dichiarazioni di alcuni ministri francesi che minano i media, la libertà di espressione e il trattamento delle informazioni giornalistiche. Inoltre non vengono menzionate le recenti dichiarazioni del presidente Macron che minano la separazione dei poteri tra esecutivo e giudiziario”.

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Nessun problema sulla questione sollevata dall’esponente francese di Id, è stata però rilevata dal Commissario Didier Reynders: “L’approccio al monitoraggio sullo Stato di diritto è lo stesso in tutti gli Stati membri e si basa su informazioni comparabili e sul dialogo aperto con gli Stati membri.
La valutazione dei 27 Paesi – conclude – è stata condotta tenendo conto dei requisiti del diritto dell’UE e degli standard europei consolidati”.

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