Pastori dal Kirghizistan. L’ultima polemica della consigliera Manca.
Continua senza sortire grandi effetti, alla luce dei temi toccati nel corso dell’attività legislativa, la ripetuta contesa della consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Desirè Manca. Ad innescare l’ultima polemica dell’esponente pentastellata l’accordo siglato dalla Coldiretti con il Ministero del Lavoro del Kirghizistan per portare alcuni pastori kirghisi nelle aree a rischio di spopolamento nell’isola, in particolare in tre distretti rurali: Sassari, Barbagie e Sarrabus, con l’aiuto di mediatori culturali.
Una iniziativa stigmatizzata dalla Manca, secondo la quale l’accordo, piuttosto di sopperire alla piaga dello spopolamento delle campagne sarde, nasconderebbe altre motivazioni: “Considerato che lo spopolamento del territorio è anche figlio delle condizioni lavorative che rendono impossibile l’ingresso dei nostri giovani nel settore agropastorale, e della mancanza di servizi nei distretti indicati nel progetto, ritengo che un ipotetico progetto per la salvaguardia della nostra tradizione agroalimentare dovrebbe vedere come protagonisti gli allevatori sardi. Il progetto così come descritto dalle notizie di stampa pare piuttosto mirato al reclutamento di manodopera a basso costo da inserire con contratti di apprendistato”.
Accordo sul quale la consigliera ha chiesto l’intervento della Giunta Solinas per chiarire il suo ruolo all’interno dell’intesa con il Ministero kirghiso: “La Regione intende ottenere dal Ministero dell’Agricoltura lo stesso sostegno per gli allevatori e agricoltori sardi provati dai rincari delle materie prime? L’Assessorato quali azioni intende mettere in campo affinché i giovani sardi abbiano la possibilità e gli strumenti per fare impresa nei territori interessati dal progetto? Quali azioni si intende porre in essere affinché nei territori interessati dal progetto pilota si superi la mancanza di servizi che ne causano lo spopolamento?”.
Una critica, da capire se puntuale o meno, più pretestuosa che nel merito della questione, alla luce dell’attività legislativa della consigliera che sul tema dei giovani, politiche giovanili e agricoltura non ha particolarmente brillato nel corso della XVI Legislatura, escludendo una proposta di legge (la 228, poi unificata alla 226) per il sostegno alla creazione della filiera della canapa industriale e, infine, la proposta 381 mirata a potenziare i servizi di assistenza psicologica per gli studenti delle università in Sardegna.
Temi, i giovani e la loro inclusione, che si sono confermati fuori dai radar dell’opposizione e della maggioranza nel corso di questa “sfigatissima” Legislatura. 5 anni di occasioni mancate caratterizzati da una proposta di legge ancora ferma nel limbo della commissione seconda (la 182 presentata niente meno che nel lontano 2020) e una bislacca richiesta di istituzione di una commissione d’inchiesta sulla condizione giovanile.
Meglio, quindi, smettere di parlare di giovani dalle parti del Consiglio regionale e aspettare una nuova (e più attenta) Legislatura.
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