Carenza di personale, Zambelli: “In calo nel settore terziario”.

Sono sempre più frequenti gli allarmi riguardanti una carenza di personale da impiegare nel settore terziario, con particolare riferimento al settore turistico e a quello del commercio. A lanciare l’allarme al Parlamento europeo è stata l’eurodeputata di ID, Stefania Zambelli, secondo la quale in UE ci sarebbero, ad oggi, 1,2 milioni di posti di lavoro non coperti.

“Il settore maggiormente colpito, secondo il Consiglio mondiale dei viaggi e del turismo, sarebbe proprio il turismo, mentre il Paese con il maggior numero di personale mancante sarebbe l’Italia. Il presidente di Confcommercio Italia – prosegue Zambelli – ha lanciato l’allarme anche per l’anno 2023: in Italia sarebbero 480 000 i lavoratori mancanti nel turismo e nel commercio, con il serio rischio che il 40 % della domanda di personale non venga soddisfatta”.

Per la deputata tra le ragioni di questa carenza ci sarebbe innanzitutto la mancanza di competenze specifiche e la distanza tra esigenze delle aziende e formazione. Come non potrebbe essere altrimenti dal momento che le risorse per la formazione passano nelle tasche delle agenzie formative rispetto a quelle delle aziende che, con un diverso sostegno, avrebbero tutto l’incentivo a realizzare percorsi customizzati di formazione professionale. Altro che slide e sessioni frontali condotte da chi non ha mia lavorato un giorno in azienda…

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In risposta alla deputata di ID, il Commissario Nicolas Schmit ha ricordato la nuova iniziativa estemporanea dell’UE, l’Anno europeo delle competenze. Annualità che, come quella precedente della gioventù, farà ben poco per elevare le competenze professionali in Europa, complice la rinomata inaccessibilità delle risorse europee.

Ma per l’esponente della Commissione von der Leyen “l’Anno europeo delle competenze mira a promuovere una mentalità orientata al miglioramento del livello delle competenze e alla riqualificazione, concentrandosi sul ruolo delle competenze per far fronte alle carenze del mercato del lavoro. Il patto per le competenze, iniziativa di punta dell’agenda, punta a riunire i portatori di interesse a livello dell’UE nei principali ecosistemi industriali, tra cui il turismo e il commercio al dettaglio, per attuare congiuntamente azioni concrete volte al miglioramento del livello delle competenze. Il patto – secondo Schmit – incoraggierà i portatori di interesse, comprese le autorità pubbliche, le imprese e gli erogatori di istruzione e formazione, a creare partenariati per le competenze al fine di mettere in comune le risorse, condividere l’analisi del fabbisogno di competenze e facilitare l’apprendimento reciproco”.

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Per capire l’utilità di questa strategia basta vedere cosa stanno combinando i circa 18 partenariati su larga scala (LSP) esistenti in Ue e, per restare sul tema del turismo, di quello lanciato nello scorso mese di gennaio 2022.

Nella sua risposta Schmit ha poi ricordato il sostegno offerto dall’UE agli Stati membri per lo sviluppo delle competenze. Supporto che passa il Fondo sociale europeo Plus, il programma Erasmus+ (ricordiamo che in Sardegna, una delle regioni meno sviluppate sotto il profilo delle competenze, su diversi milioni di euro solo 60mila sono arrivati in Sardegna per l’azione gioventù), il Fondo per una transizione giusta o dei piani per la ripresa e la resilienza. Anche qui, inutile rimarcare le pessime missioni del Pnrr previste per la formazione dei giovani.

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Foto Diana LeLardic, EP copyright 2021