Incidenti Spalato, Roberti: “Da memoria parte messaggio fratellanza”.

“Gli scontri del 12 e 13 luglio 1920 a Spalato e Trieste furono conseguenza di decenni di odio e di scontri tra le popolazioni slave e italiane, nel nome di una supremazia etnica e territoriale che non portò ad altro se non a morte e dolore. L’attuale guerra in Ucraina testimonia che simili diatribe continuano a verificarsi e che dalla storia non sempre si è imparato. Un messaggio di convivenza civile e di unione tra i popoli può partire proprio dal nostro territorio, un tempo elemento divisivo e oggi espressione di unità e fratellanza in un contesto mitteleuropeo”.

È il messaggio dell’assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti, condiviso nel corso della commemorazione delle vittime degli incidenti di Spalato e dell’incendio del Narodni Dom di Trieste il 12 e 13 luglio 1920.

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I fatti si collocano nel contesto della lotta per il predominio sull’Adriatico orientale che imperversò tra le popolazioni slave
meridionali e italiane nel primo dopoguerra. Negli scontri avvenuti nella città dalmata di Spalato nella notte tra l’11 e il 12 luglio 1920 persero la vita il comandante della Regia nave Puglia Tommaso Gulli e il motorista Aldo Rossi, successivamente
decorati con la Medaglia d’oro e la Medaglia d’argento al valor militare alla memoria. Il giorno seguente, a Trieste, vennero
uccisi il dimostrante Giovanni Nini e il tenente Luigi Casciana durante i tafferugli che sfociarono nell’incendio dell’hotel
Balkan, sede del centro culturale sloveno Narodni Dom.

La cerimonia è stata organizzata dalla Fondazione dalmata Rustia Traine, dall’Associazione dalmati italiani nel mondo-Libero Comune di Zara in esilio, dalla Lega nazionale di Trieste e dall’Associazione Trieste Pro Patria ed è culminata con la
deposizione della corona sul portico del Municipio di Trieste.

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