“30 trend per il 2030″, Rapari: “Il futuro va anticipato e governato”.

Come vivremo, lavoreremo e faremo affari nel 2030? A chiederselo, recentemente, è stato il Centro di Formazione e management di Confcommercio e Manageritalia.

“Da quasi 30 anni Cfmt supporta l’employability dei manager e la competitività delle aziende con progetti di formazione unici e distintivi – ha spiegato Giorgio Rapari Vicepresidente CFMT -. La formazione manageriale è sempre stata, e oggi lo è più che mai, una leva fondamentale per la crescita dei dirigenti e delle aziende in cui operano: il presente va letto in maniera puntuale e il futuro va anticipato e governato. Tutto questo non è possibile senza una riflessione profonda e un lavoro costante sui gap da colmare e le competenze da allenare. I manager sanno di doverlo fare e trovano in Cfmt il partner giusto con cui avviare questo percorso di formazione continua”.

Riflessione che, nel corso dell’incontro tenutosi alla Fondazione di Sardegna, si è spostato sullo stato dell’arte dell’imprenditoria isolana. Il quadro generale che è emerso della Sardegna è quello di un territorio orientato ai servizi dove le poche attività manifatturiere sono legate alla presenza di risorse naturali e materie prime, come la produzione di energia eolica, solare e l’estrazione mineraria.

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Andando ad analizzare la composizione dei servizi all’interno dell’economia sarda, con una prospettiva di lungo periodo di 10 anni ed un confronto con il dato aggregato a livello nazionale, quella che emerge è una struttura tradizionale e tendenzialmente statica, legata alle specializzazioni storiche del territorio. Insomma, restiamo dei “poco usciti” e, decisamente, ci piace restare così. D’altronde quale argomentazione è più consolatoria dell’idea di presumere che il proprio prodotto locale sia il migliore al mondo?

Guardando alle principali specializzazioni della regione, ovvero quelle con la maggior concentrazione di addetti rispetto al dato nazionale, il primo cluster è quello dell’Energia elettrica. Occupa circa 2mila addetti, in crescita del 2% nell’ultimo triennio, di cui 1.388 concentrati nella sola provincia di Cagliari – il cui primo cluster per specializzazione risulta proprio essere l’Energia elettrica. La crescente importanza di questo cluster si lega agli ingenti investimenti in impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, come l’impianto eolico Greentech di Monte Grighine e la centrale elettrica di Fiume Santo.

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In seconda posizione il cluster Estrazione non metallica (carbonati di calcio e graniti) con i suoi 730 addetti (in contrazione nell’ultimo triennio del 12%). In terza posizione, infine, si trova il cluster Servizi Ambientali, con imprese e consorzi attivi nella raccolta, trattamento e fornitura di acqua e rifiuti pericolosi con circa 2.600 addetti.

Al quarto posto, il cluster del Turismo e ospitalità (11.436 addetti per 3.473 imprese) che ha registrato una netta riduzione nel 2020 – certamente anche a causa della pandemia – concludendo il triennio a -21,9% sul numero totale addetti. Più del 60% degli addetti sono legati alle attività di ricezione, come “alberghi e alloggi” e “strutture per brevi soggiorni”. Il restante 40% è composto da diverse attività di intrattenimento, che hanno complessivamente registrato un calo minore nel numero addetti (-12%). All’interno di queste attività, si evidenza la minore incidenza di “agenzie di viaggio e tour operator”, al 5% contro il 9% nazionale. Al contrario, per le attività di “noleggio e leasing di articoli sportivi” (noleggio imbarcazioni) queste registrano una incidenza 5 volte superiore rispetto alla media nazionale, rappresentando il 5% del totale addetti del cluster.

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Tra le 50 province d’Italia più “in fermento”, quelle province, cioè, che più di altre sono state in grado, nei tre anni precedenti, di supportare la nascita di startup innovative, incoraggiare l’imprenditorialità ed accrescere la valorizzazione e l’attrazione di talenti, risorse e capitali attraverso efficaci scelte, politiche e strategie di investimento, l’unica sarda presente è Cagliari.

Nell’ultima edizione dell’Indice, Cagliari appare in 15esima posizione (-1 rispetto all’edizione precedente). Un posizionamento che si lega in particolare alla capacità della provincia di attrarre capitali per le proprie startup (quinta in Italia, in crescita di due posizioni) e di lavorare sullo sviluppo delle competenze dei propri imprenditori locali (terza in Italia, anche qui in crescita di due posizioni).

Il numero totale delle startup della provincia, infine, è 104, numero che se rapportato al totale delle imprese presenti nel territorio, la rende 24^ tra tutte le province italiane.