Job Day Sardegna: l’inesorabile commento della rete.
“Il Job Day Sardegna arriva nel capoluogo sardo. Dopo il successo delle 5 tappe che hanno fatto incontrare numerose aziende e candidati, si terrà alla Fiera di Cagliari l’appuntamento tra domanda e offerta di lavoro”. Questo, grosso modo, il testo riportato nel post della Regione Sardegna lo scorso 28 marzo per promuovere l’ennesima edizione del Job Day Sardegna a Cagliari.
Una stanchevole (quanto autoreferenziale) kermesse sul lavoro portata avanti da anni dai vertici regionali con l’intento di spendere copiose risorse pubbliche e ottenere magri risultati per l’occupazione nell’isola. Dato, quest’ultimo, difficilmente quantificabile in assenza di dati elaborati dalla stessa Aspal Sardegna, circa il successo (più volte paventato) dai suoi DG nel corso degli ultimi anni. Sul tema confermiamo di non aver ricevuto alcuna comunicazione ne smentita da parte dell’Aspal. Attendiamo!
Ma sulla pagina social della Regione Sardegna, spesso regno di maleducazione e scarso equilibrio, la rete, in questa occasione, ha semplicemente espresso ciò che continua a sfuggire all’infallibile visione dell’Assessorato del Lavoro e all’Aspal Sardegna: l’inutilità della fiera per il lavoro costruita sulla autocelebratività.
A domandarsi sull’esito della manifestazione, tra i vari post, Daniele Manca: “Successo di cosa? La gente dopo i colloqui non è mai stata contattata”. Sull’organizzazione dell’evento Maurizio Portas ha poi ricordato la sua esperienza: “L’ultima volta feci un colloquio in mezzo al caos totale”, mentre per Attilio Conte “se non c’è lavoro, non ci sono aziende che assumono e investono, e se non esistono politiche che agevolano le imprese, non c’è jobday che tenga. Non si può risolvere il problema della disoccupazione con i jobday”. Più sul pezzo l’utente Robby Naish secondo il quale “chi non ha mai lavorato organizza le giornate del lavoro, è tutto da sciusciare”. Come non essere d’accordo! Sui numeri del successo e della partecipazione, ancora, il post di Franco Tocco: “Un buco nell’acqua. Scolaresche per fare numero e fuffa per chi cerca lavoro sul serio. Soldi buttati dalla Ras per non produrre, come sempre, nulla”. Sul tema dell’autoreferenzialità Mistery Simon per il quale “sono dei geni, si autocelebrano, davvero commovente” e Stefano Nazzarri Grassi il cui commento non lascia dubbi “quanto fumo negli occhi”.
Una selezione di post random, direbbe qualcuno/a, particolarmente esustiva sull’utilità dell’evento in chiave di contrasto all’esclusione lavorativa e del sostanziale incontro tra offerta e domanda di lavoro nell’isola.
Parole d’oro che non ci aspettiamo possano arrivare all’orecchio dell’Esecutivo regionale, data la perseveranza nell’organizzazione dell’evento negli ultimi anni e delle dichiarazioni a mezzo stampa circa un successo inesistente attribuibile al Job Day Sardegna.