Garante dei detenuti: “Pochi progetti lavorativi a Uta”.

Individuare luoghi idonei alla cura e al recupero dei detenuti affetti da patologie psichiatriche e colmare il gap di progetti lavorativi disponibili tra la popolazione carceraria di Uta. E’ quanto chiesto dalla Garante regionale delle persone sosttoposte a misure restrittive, Irene Testa, oggi in visita alla casa circondariale di Uta. “Sono troppi i detenuti affetti da patologie psichiatriche – ha denunciato la Testa -. Il carcere di Uta è lo specchio della nostra società: quello che spesso non si riesce a gestire all’esterno si tende a nasconderlo. La popolazione presente nella struttura è prevalentemente composta da detenuti affetti da patologie psichiatriche e da tossicodipendenze o da doppia diagnosi che avrebbe necessità di essere curata non all’interno di una cella ma in una struttura dedicata”.

Giampietro Comandini, Irene Testa, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Piero Comandini, Irene Testa, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Scarsa tutela della salute che va di pari passo con l’insufficiente disponibilità di progetti lavorativi per il recupero socio-lavorativo dei detenuti: “Sono pochi quelli impiegati in progetti lavorativi e questo non è in linea con quanto stabilito dall’articolo 27 della Costituzione che prevede che la rieducazione passi anche attraverso il lavoro”, ha concluso la Garante.

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