Giovani e sterotipia di genere: per il Cnr è ancora forte tra gli adolescenti italiani.

Sono alti i livelli di stereotipia di genere, e con essa la resistente convinzione dell’esistenza di ruoli di genere che prevedono il primato dell’uomo nelle posizioni apicali e quello della donna negli oneri di cura e assistenza familiare. A dichiararlo il lavoro di indagine sullo Stato dell’adolescenza 2023 realizzato dal Cnr su un casmpione di 4288 studentesse e studenti di scuole pubbliche secondarie di secondo grado.

Indagine, ricordano dall’Osservatorio sulle Tendenze Giovanili, cogestito dal gruppo di ricerca Mutamenti sociali, valutazione e metodi (MUSA) del Consiglio nazionale delle ricerche, Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Cnr-Irpps), che ha avuto lo scopo di identificare i fattori di tipo sociale e individuale ostativi alla diffusione del benessere, delle pari opportunita’ e dell’inclusione sociale, ed e’ stata realizzata.

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Livelli di stereotipia di genere degli adolescenti, spiegano i ricercatori, misurati con l’ausilio di affermazioni “spia” relative all’idea che all’uomo debbano essere assegnati compiti di comando, potere e produzione di reddito, e alla donna gli oneri relativi alla cura e all’assistenza in particolare domestica.

“L’analisi dei risultati – commenta Antonio Tintori del Cnr – mostra la presenza tra gli adolescenti di un medio-alto livello di stereotipia di genere nel 29,3% dei casi (39,6% maschi e 14,5% femmine). Il 48,5% del campione e’ portatore di una bassa stereotipia, mentre e’ esente dagli stereotipi di genere solo il 22,2% degli adolescenti. Ponendo in relazione questo indicatore con le principali variabili strutturali, i livelli medio-alti di stereotipia di genere si rintracciano negli istituti professionali, tra i rispondenti stranieri e tra chi ha uno status culturale familiare basso. Diversamente, meno affetti da tale stereotipia sono i liceali e chi ha uno status culturale familiare alto”.

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Si posizionano invece su un’adesione medio-alta ai ruoli di genere femminili, richiamati da attivita’ quali: cucinare, danzare, insegnare, occuparsi dei figli, pulire, fare la spesa, parlare per molto tempo al telefono e leggere, il 20,4% degli adolescenti, con un’importante prevalenza ancora maschile (26,9% maschi e 11,3% femmine). A fronte di una bassa adesione ai ruoli di genere maschili, che si ritrova nel 26,3% dei casi (25,6% maschi e 27,3% femmine), sono esenti dall’ideale dell’uomo in quanto figura forte e di comando il 37% dei rispondenti (24,8% maschi e 54,3% femmine).

“Diversamente, presentano una bassa adesione ai ruoli di genere femminili il 38,5% degli adolescenti (42,3% maschi e 33,1% femmine). L’ideale della donna in quanto figura sociale di cura e accudimento e’ invece rifiutato solo dal 41% degli adolescenti (30,8% maschi e 55,6% femmine)”, prosegue Tintori.

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Insomma, chi presenta un’adesione medio alta a questi stereotipi e ruoli di genere è connotato da maggiore autostima, minore prosocialità, disagio psicologico e intensità di alcune emozioni primarie negative, quali la rabbia, la paura e la tristezza.

Scoperta, inoltre, una relazione tra l’elevata fruizione di video o immagini a contenuto pornografico e l’idea stereotipata dei rapporti sessuali, secondo la quale esiste un ruolo di “dominio” di genere anche nel sesso . Stereotipi, duri a morire nonché responsabili degli squilibri di potere nelle relazioni di coppia, familiari, lavorative e professionali.