Von der Leyen a Palermo: “I giovani ucraini condividono gli stessi desideri”.
Oggi in Sicilia per la celebrazione dell’apertura del nuovo anno accademico dell’Università di Palermo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel suo speech ha deciso di affidarsi al parallelismo della condizione della gioventù ucraina, nella speranza di suscitare il coinvolgimento emotivo della giovane platea di studenti e studentesse presenti oggi in aula.
“La giornata in cui ci incontriamo ha un valore speciale per l’Europa. Domani sarà trascorso un anno da quando la Russia ha dato inizio alla brutale invasione dell’Ucraina. Visto dalla Sicilia, potrebbe sembrare un conflitto lontano. Ma non lo è. I giovani ucraini condividono con voi gli stessi desideri, che sono quelli di tutti i giovani europei. Vogliono essere indipendenti e padroni del proprio futuro. Vogliono vivere liberamente in un Paese democratico. Vogliono libertà di parola, libertà di pensiero, libertà di circolazione. Questo è il motivo per cui nel 2014 i giovani ucraini sono scesi in strada avvolti nelle bandiere europee. Per tutta risposta, Putin ha invaso per la prima volta il loro Paese. È tornato a farlo otto anni dopo, il 24 febbraio 2022. Putin nega all’Ucraina il diritto di esistere. Attaccandola un anno fa, ha attaccato anche i principi di sovranità e integrità territoriale. E ha attaccato i principi della democrazia. Gli autocrati hanno paura proprio di ciò che rende attrattive le nostre democrazie liberali: il nostro successo economico, le nostre libertà civili e la libertà di parola e di opinione. Ecco perché il coraggioso popolo ucraino non sta solo difendendo il proprio paese, ma sta anche combattendo per i nostri valori. Per questo resteremo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario. Libertà per l’Ucraina”.
Notevoli le forzature nel discorso della Presidente della Commissione, specialmente nei passaggi legati alla tutela del principio di sovranità e integrità territoriale, sacrificati, qua e la in giro per l globo, dagli stessi Paesi UE. Quanto rispetto per tali principi, per esempio, è stato garantito dalla Francia nel caso del Marocco e della Libia? O che dire della condotta dei “sempre neutrali” belgi e olandesi nelle colonie africane? Difficile, forse per la presidente Ursula von der Leyen, fare il punto sulla sostanzialità di tali diritti in un giorno di commemorazione contro il nemico comune dell’UE, la sempre più ferina Federazione Russa di Vladimir Putin.
Dovuto poi il passaggio sulla presunta “unità europea”. Decisamente una chimera guardando alla competizione fiscale tra Stati (il caso Olandese è una realtà neanche tanto opaca) e agli umori da climaterio tanto frequenti tra i membri del Consilio europeo. “Spesso è nell’ora più buia che troviamo la nostra forza interiore – ha proseguito la von der Leyen -. È ciò che sta accadendo nella nostra Unione. Le prove di questi tre anni sono probabilmente le più difficili mai affrontate dall’Europa. Prima la pandemia e le sue ripercussioni economiche, poi la guerra e l’impennata del costo della vita. Ma queste crisi ci hanno insegnato qualcosa. Abbiamo imparato che i destini di noi europei sono intrecciati tra loro. Quando ci siamo procurati i vaccini, abbiamo fatto in modo che fossero distribuiti contemporaneamente in tutta Europa, allo stesso prezzo. Quando abbiamo tracciato il nostro piano di ripresa, ci siamo concentrati soprattutto sulle regioni e sui settori che avevano più bisogno di sostegno. E quando la Russia ha chiuso i rubinetti del gas, rendendo le nostre bollette energetiche molto più costose, abbiamo risposto all’insegna della solidarietà europea, proteggendo le famiglie e le imprese più fragili. È questa l’Europa in cui credo. Un’unione che è sempre al fianco dei suoi cittadini”.
Intervento proseguito sul tema della coesione europea. Topic per nulla scontato per le regioni insulari e ultraperiferiche dell’UE: “So che talvolta – rivolgendosi agli studenti e studentesse in sala – nella vostra vita quotidiana, vi sentite lontani dal cuore dell’Europa. Oggi sono qui per dirvi che la Sicilia è al centro dell’Europa. La Sicilia è al centro del progetto europeo”. Insomma uno speech che ha molto in comune con le sollecitazioni al proprio pubblico dei cantanti in tournée. “Questa bella isola – prosegue – è assolutamente cruciale per affrontare alcune delle tematiche più importanti del nostro tempo. Prima di tutto la transizione verso l’energia pulita. In secondo luogo, la migrazione. In terzo luogo, la creazione di un’economia al servizio della prossima generazione europea. Cominciamo dalla transizione verso l’energia pulita. So quanto è importante il clima per la vostra generazione. E avete ragione: niente è più vitale che fermare il riscaldamento globale”.
Quasi maniacale, come emerso nel discorso della von der Leyen, il continuo riferimento all’azione dello Zar di Russia: “Quando Putin ha cominciato a preparare l’invasione dell’Ucraina, ha usato la nostra dipendenza dai combustibili fossili russi per ricattarci. L’impatto è stato avvertito in tutta Europa. Ma siamo riusciti ad affrancarci da quella dipendenza e da quel ricatto. Abbiamo sostituito il gas russo con forniture affidabili. Abbiamo investito fortemente nelle energie rinnovabili. L’Italia ha ridotto di due terzi le importazioni di gas russo, in tempi record. Oggi i prezzi del gas sono inferiori a quelli precedenti all’inizio della guerra russa. Ma il nostro lavoro non termina qui. Adesso urge accelerare la transizione verso energie rinnovabili prodotte internamente. E la Sicilia può diventare una potenza dell’energia pulita per l’Europa. Non solo quest’isola ha sole e vento in abbondanza: ha anche una solida base industriale nel settore delle tecnologie pulite. All’inizio di questo mese, proprio qui in Sicilia è iniziata la costruzione della più grande gigafactory solare europea, che produrrà una nuova generazione di pannelli solari. Il nostro piano europeo per la ripresa, NextGenerationEU, contribuisce a finanziarla. Perché sappiamo che l’energia pulita è il futuro. E questo futuro si realizza qui, in Sicilia”.
Nel successivo passaggio la presidente della Commissione ha poi citato la questione emigrazione giovanile, tema che da sempre ha fatto della Sicilia un vero e proprio benchmark: “La seconda questione che desidero affrontare è quella della migrazione. Oggi la Sicilia è terra sia di immigrazione che di emigrazione. Da un lato accogliete da anni innumerevoli persone che sbarcano sulle vostre coste; dall’altro, tanti giovani come voi hanno scelto di partire per inseguire le loro aspirazioni altrove. In fondo è questo che spinge a migrare: cercare un’opportunità, seguire un sogno. Un giovane su tre non lavora né studia e, tra le donne, meno di una su tre ha un impiego. È chiaro che le cose devono cambiare”. Passaggio interessante, guardando a quanto non si è fatto per i giovani in tema di riforme e accessibilità degli investimenti, e al tempo residuo che ci separa dalla fine del mandato della presidente tedesca, la cui data di scadenza è prevista il 31 ottobre 2024.
“Vogliamo un’Europa pronta per la prossima generazione – ha poi aggiunto la presidente -. Vogliamo offrire opportunità e nuovi posti di lavoro sostenibili in tutta l’Unione. L’Italia è il principale beneficiario di questo enorme programma di investimenti, che secondo la Banca d’Italia creerà 375 000 nuovi posti di lavoro nel vostro paese. Almeno il 40% del piano dell’Italia è destinato al Meridione. Grazie a questi investimenti e riforme, la Sicilia può diventare una regione per giovani. La vostra regione vanta talenti incredibili. È ben al di sopra della media europea in termini di qualità delle pubblicazioni scientifiche, a dispetto di investimenti in ricerca e sviluppo molto inferiori alla media. È ora di investire in voi giovani”. Quante volte dovremo ancora sentire questi discorsi???
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