Ucraina, un anno dopo. I leader del CoE chiedono unità.

“Un anno fa, la Federazione russa lanciava un attacco militare ingiustificato e non provocato contro l’Ucraina in palese violazione del diritto internazionale, compreso lo Statuto del Consiglio d’Europa. Mentre la guerra di aggressione entra nel suo secondo anno, condanniamo con la massima fermezza la persistente aggressione della Russia e confermiamo il nostro continuo sostegno all’Ucraina e alla sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale all’interno di confini riconosciuti a livello internazionale”.

Questa la dichiarazione congiunta rilasciata oggi dalla ministra islandese degli Affari esteri e Presidente del Comitato dei Ministri, Thórdís Kolbrún Reykfjörd Gylfadóttir, dal Presidente dell’Assemblea parlamentare, Tiny Kox, la Segretaria generale, Marija Pejčinović Burić, la Commissaria per i diritti umani, Dunja Mijatović, nonché il Presidente del Congresso dei poteri locali e regionali, Leendert Verbeek.

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Statement decisamente a senso unico, nonché privo di qualsiasi bacchettata verso l’altrettanto mancanza di diplomazia verso il regime putiniano espressa nel corso dell’ultimo anno dalle istituzioni europee. Entità che alla ricerca di una soluzione geopolitica condivisa hanno preferito, di concerto con gli Stati Uniti, l’invio di armi a Kiev: “Condanniamo la decisione della Federazione russa di non ascoltare i molteplici appelli a porre fine alle ostilità e a ritirare le sue truppe, bensì di intensificarle attraverso la mobilitazione e il dispiego di ulteriori forze e l’annessione illegale dei territori occupati in Ucraina. Sebbene i funzionari russi abbiano fatto più volte ricorso a una retorica belligerante, attacchi contro infrastrutture critiche e civili sono continuati in modo deliberato e indiscriminato. Senza giustizia non può esistere una pace duratura”.

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Pace e giustizia, nonstante l’ampia traction offerta dalla storia, che non può e non deve più provenire per il tramite del sostegno allo sforzo bellico. Ma, su questo aspetto, la “letterina” dei vertici del CoE non sembra voler entrare nel merito.

Telefonato, però, l’appello alle istituzioni “democratiche” per fare quadrato contro la ferina Federazione Russa: “Sebbene l’aggressione russa contro l’Ucraina abbia danneggiato gravemente il multilateralismo, crediamo fermamente che quest’ultimo sia cruciale per garantire la pace, la sicurezza e la prosperità. Chiediamo pertanto ai nostri Stati membri, mentre si preparano per l’imminente Quarto vertice di capi di Stato e di governo che si terrà il 16 e il 17 maggio a Reykjavik, di dimostrare unità e continuare a intraprendere azioni decisive e collettive per sostenere l’Ucraina”.

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