Fondi di coesione e Pnrr: l’analisi comparativa della Corte dei Conti europea.
Gli anni a venire saranno fondamentali per l’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility – RRF), il meccanismo faro di finanziamento dell’UE in risposta alla pandemia, il cui innovativo modello di erogazione ha già attirato forte attenzione da parte dei portatori di interessi. La Corte dei conti europea si sta preparando a pubblicare una serie di relazioni sull’argomento. Oggi, gli auditor della Corte hanno pubblicato un’analisi comparativa dell’RRF e dei finanziamenti a titolo della politica di coesione, al fine di contribuire a trarre conclusioni preliminari che possono rivelarsi utili per la preparazione del bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo successivo al 2027. L’analisi esamina le analogie e le differenze tra i due strumenti in termini di governance e gestione, programmazione della spesa, condizioni di erogazione dei pagamenti, monitoraggio e costi di attuazione, controllo e audit.
In sintesi, i 724 miliardi di euro di finanziamenti UE messi a disposizione mediante l’RRF implicano che, tra il 2021 e il 2027, gli Stati membri potranno spendere molto più che in passato nel settore della coesione economica, sociale e territoriale. Tali risorse aumenteranno anche il numero di investimenti pubblici finanziati dall’UE nei paesi dell’Unione. L’RRF opera in parallelo ai fondi di coesione, per cui gli Stati membri possono decidere con quale dei due strumenti finanziare gli investimenti. Coordinarne l’attuazione è dunque di cruciale importanza, in quanto i paesi devono far sì che i due strumenti si integrino a vicenda, anziché sovrapporsi. In virtù dei diversi scopi perseguiti, i due strumenti sono attuati secondo un quadro complessivo nonché un assetto di governance e di gestione differenti, per cui, a seconda dello strumento, gli organi dell’UE e le autorità nazionali hanno responsabilità differenti. I finanziamenti a titolo di entrambi gli strumenti sono erogati sotto forma di sovvenzioni; nel caso dell’RRF anche sotto forma di prestiti rimborsabili. Il sostegno concesso ai paesi a titolo della coesione tiene conto delle disparità regionali, a differenza di quanto avviene per l’RRF. Gli strumenti differiscono notevolmente anche sotto il profilo dei processi di approvazione e valutazione: i pagamenti a titolo della coesione si basano sui costi effettivi, mentre l’erogazione dei pagamenti a titolo dell’RRF è subordinata al conseguimento soddisfacente di traguardi e obiettivi, verificato anche nel quadro di controlli e audit. Di conseguenza, per l’RRF, la Commissione fa maggior affidamento sui sistemi nazionali per consentire l’efficace tutela degli interessi finanziari dell’UE.
Foto di Bicanski da Pixnio