Educativa di strada: al via il progetto del Comune di Quartu per il “disagio giovanile”.

È partito a Quartu il nuovo progetto per la lotta al disagio giovanile. Un servizio di Educativa di Strada, finanziato dalla Regione Sardegna (lo stesso ente territoriale capace di non aggiornare neanche la pagina istituzionale sulle iniziative giovanili).

Attraverso il progetto – spiegano dal Comune – si proverà a “comprendere” le priorità dei giovani del territorio comunale e le loro esigenze: “Entrare in contatto con i nostri ragazzi, scoprire il loro ‘mondo’, significa anche poterli orientare e supportare in attività individuali e di gruppo, favorendo esperienze concrete di micro-progettualità ed occasioni aggregative ideate, e successivamente realizzate, proprio a partire dai loro bisogni, affrontando quindi le varie problematiche legate al disagio giovanile”, recita la nota istituzionale dell’Amministrazione Milia.

LEGGI ANCHE:  Birra artigianale, Coldiretti Sardegna: "Settore dove i giovani sono protagonisti".

Nell’ambizione dell’ente, infatti, gli Educatori di Strada proveranno a intercettare “anche” (una congiunzione di non poco conto parlando di “disagio giovanile”) i giovani NEET. Chissà quale sarebbe dovuto essere il target giovanile per il contrasto alla devianza. Forse gli studenti universitari in regola con il percorso di studi?

Programma, proseguono dal Comune, che punta alla costruzione di “reti di collaborazione” con i giovani. Ma come? Non è facile capirlo con dovizia di dettagli. La comunicazione istituzionale del comune rimane, infatti, vaga citando 4 distinte fasi ascrivibili alla vita del progetto: osservazione e analisi dei gruppi informali, “contatto e approccio”, rilevazione dei bisogni e progettazione partecipata per l’ideazone di nuove iniziative.

LEGGI ANCHE:  Oristano. Dal 29 settembre apre lo Sportello Tutor SUAPE.

Un tema, quest’ultimo, che non può che evocare una domanda fondamentale. Allo stato attuale sono già state rese note le risorse finanziarie a disposizione delle future progettualità promosse dai giovani coinvolti oppure si è tracciato un percorso dal facile happy ending e dallo scarso impatto?

Foto di Marco Wolff da Pixabay