Giustizia, PDF Sardegna: “Anche l’Isola vittima del sistema Palamara”.
Dopo gli ultimi scandali che hanno interessato la magistratura italiana, con l’emersione del ‘sistema Palamara’, il Popolo della Famiglia Sardegna ha lanciato un accorato appello al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, affinché anche in Sardegna vengano assegnati gli incarichi ai magistrati meritevoli e capaci.
Nel suo ultimo intervento sulla giustizia italiana il PDF ha ricordato le parole di denuncia dell’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, rivolte all’Associazione Nazionale Magistrati: “Se fossi ministro dell’Interno, darei incarico ai servizi segreti di fare un’inchiesta sull’Associazione Nazionale Magistrati, in base alle leggi contro le associazioni eversive”.
Parole, come ricordato dal partito di Mario Adinolfi, per le quali “Cossiga fu deriso, etichettato come pazzo e lasciato solo a combattere una battaglia contro tutto il sistema”.
Una dimostrazione della caratura morale del Presidente sardo evidenziata dal Popolo della Famiglia Sardegna “soprattutto oggi che anche la magistratura isolana è scossa da intercettazioni che rivelano un altissimo livello di corruzione e di mala organizzazione che è stata capace, negli anni, di far crescere o affossare questa o quell’area politica e di additare tutti come casta quando, oggi è ancora più evidente, erano i giudici la vera e sola casta di intoccabili di questo Paese”.
“Il nostro pensiero – prosegue la nota del PDF Sardegna – va ai tanti magistrati che si sono visti negare incarichi nelle varie procure, lasciando spazio a persone meno meritevoli che occupavano quelle posizioni solo perché sostenuti dai diversi clan che si spartivano le poltrone. Un esempio eclatante è quello di Luciano Tarditi, sostituto procuratore a Tempio Pausania. Tarditi, insieme alla collega Laura Bassani, si è occupato ultimamente della vicenda del ragazzino segregato e maltrattato per mesi in una villetta di Arzachena. Ma è anche colui che, nel 1994, scoprì e denunciò quelle coperture e protezioni dello Stato italiano per chi smaltiva rifiuti, anche radioattivi, in Somalia e in cambio chiedeva armi. Nella vicenda persero la vita la giornalista Rai Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin”.