L’UE approva il compromesso della COP27.

Alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27) di Sharm el-Sheikh, in Egitto, la Commissione europea ha dato prova di ambizione e flessibilità per mantenere realizzabile l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5º C. Dopo una difficile settimana di negoziati, un’azione europea forte e unita ha contribuito al raggiungimento di un sofferto accordo per mantenere vivi gli obiettivi dell’accordo di Parigi. L’opera di mediazione svolta dall’UE ha inoltre contribuito a istituire nuovi meccanismi di finanziamento equilibrati, con una base di donatori ampliata, per aiutare le comunità vulnerabili a far fronte alle perdite e ai danni causati dai cambiamenti climatici.

“La COP27 – ha dichiarato la Presidente Ursula von der Leyen – ha confermato che il mondo non farà passi indietro rispetto all’accordo di Parigi e rappresenta una tappa importante verso la giustizia climatica. Tuttavia, i dati scientifici indicano senza ambiguità che è necessario fare molto di più per mantenere vivibile il nostro pianeta. Altrettanto evidente è che l’UE ha svolto un ruolo chiave a Sharm el-Sheikh e non arretrerà nella sua azione per il clima a livello nazionale e internazionale”.

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Parere condiviso dal Vicepresidente esecutivo Frans Timmermans, principale negoziatore dell’UE alla COP27: “Questo è il decennio decisivo per il nostro pianeta. Sono necessari maggiori sforzi per mantenere i cambiamenti climatici entro i limiti fissati dall’accordo di Parigi, in modo da avere ancora la possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5º C. Alla COP27 l’UE ha dovuto combattere giorno e notte per difendere il necessario livello di ambizione. Nonostante i ripetuti tentativi di compromettere i progressi compiuti a Glasgow lo scorso anno, abbiamo tenuto duro affinché la COP del prossimo anno possa alzare nuovamente il livello di ambizione. Abbiamo inoltre introdotto nuove risposte finanziarie alla crisi climatica. L’istituzione di un nuovo fondo per le perdite e i danni incentrato sui paesi più vulnerabili ci consente di avviare un dibattito sull’ampliamento delle fonti di finanziamento al di là della tradizionale base di donatori. Per affrontare la crisi climatica dobbiamo spostare migliaia di miliardi e tutti i flussi finanziari verso i nostri obiettivi climatici comuni”.

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Per quanto riguarda la mitigazione, le parti hanno convenuto che limitare il riscaldamento globale a 1,5º C richiede riduzioni rapide, incisive e durature delle emissioni globali di gas a effetto serra, con un taglio dell’ordine del 43% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019.

Le parti hanno inoltre riconosciuto che per raggiungere questo obiettivo sarà necessaria un’azione accelerata nel corso di questo decennio critico e hanno ribadito l’appello, lanciato nel patto di Glasgow per il clima, ad aggiornare i contributi stabiliti a livello nazionale in funzione dei bisogni, per allinearsi all’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura previsto dall’accordo di Parigi entro la fine del 2023.

Hanno inoltre affermato che il patto di Glasgow per il clima servirà da base per un nuovo programma di lavoro in materia di mitigazione per incoraggiare le parti ad allineare i loro obiettivi e le loro azioni in vista della neutralità carbonica.

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Per quanto riguarda le perdite e i danni, le parti hanno deciso di istituire nuovi meccanismi di finanziamento per aiutare i paesi in via di sviluppo particolarmente vulnerabili a far fronte agli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Ciò comprende in particolare un nuovo fondo destinato a compensare le perdite e i danni, che sarà istituito da un comitato di transizione che sarebbe anche incaricato di individuare nuove fonti di finanziamento.

foto Mohamed Hossam, Copyright: © European Union 2022 – Source : EP