Condanne agli obiettori di coscienza in Ucraina, Koster: “Diritto non rispettato”.
L’Ucraina può definirsi un Paese democratico nonché meritevole di aderire all’Unione europea? A sollevare il dubbio dopo il caso della proscrizione digitale verso i dissidenti ucraini, si aggiunge oggi anche la conferma della condanna agli obiettori di coscienza nel “democratico” Paese del Presidente Volodymyr Zelens’kyj, recentemente premiato da parte del Parlamento europeo anche con il Premio Sacharov. Premio, come risaputo, attribuito ogni anno dal PE “per onorare le persone e le organizzazioni che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali”.
A ricordare le condanne del Governo ucraino verso gli obiettori di coscienza è stata recentemente l’eurodeputata Dietmar Köster del gruppo S&D: “È noto che l’Ucraina ha condannato gli obiettori di coscienza a diversi anni di reclusione e nel Paese il diritto all’obiezione è limitato a 10 comunità religiose. Ma recenti casi dimostrano che anche verso tali comunità il diritto non viene rispettato”.
Diritti, vista la presenza dei negoziati di adesione dell’Ucraina all’UE, che non possono che sollevare un certo imbarazzo sui diritti umani come stabiliti dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.
Da qui la richiesta alla Commissione europea circa l’adesione dell’Ucraina agli orientamenti internazionali del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sulla questione dell’obiezione di coscienza al servizio militare.
Sulla delicata questione, per non volerla definire una vera e propria “patata bollente”, è intervenuto a nome dell’Esecutivo von der Leyen, Olivér Várhelyi, Commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato: “Ai sensi dell’articolo 10 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione e il diritto all’obiezione di coscienza è riconosciuto “conformemente alle legislazioni nazionali che ne disciplinano l’esercizio”.
“Secondo le Linee guida dell’UE sulla libertà di religione o di credo l’UE invita gli Stati, anche nell’ambito dei dialoghi sui diritti umani, a rispettare il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare, sulla base della propria religione o delle proprie convinzioni. L’UE – prosegue – intrattiene regolarmente dialoghi sui diritti umani con l’Ucraina e nel contesto dei negoziati per l’adesione all’UE, le questioni relative all’obiezione di coscienza rientrano nel capitolo sul sistema giudiziario e i diritti fondamentali. Al momento, all’Ucraina è stato concesso lo status di candidato, mentre il Consiglio deciderà su ulteriori passi una volta soddisfatte tutte le condizioni specificate nel parere della Commissione sulla domanda di adesione dell’Ucraina”.
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