Pastore 4.0: i giovani per il rilancio delle aree montane.
Creare una nuova figura professionale da un antico mestiere per rilanciare le aree montane. Questo il senso del progetto ‘Il pastore 4.0’, presentato alla XII Convention Europea della Montagna, organizzata da Euromontana con Cia-Agricoltori Italiani, in corso a Camigliatello Silano.
Diversamente dai nostri vicini europei, come Francia e Spagna, nel “Bel Paese” non ci sono percorsi formativi dedicati alla professione di pastore. Un’attività fondamentale per la tenuta delle zone di montagna, sia sul fronte del presidio territoriale che su quello occupazionale, sempre meno in auge tra i giovani.
Da qui l’idea del programma ‘Il pastore 4.0’, un corso di formazione ad hoc di due anni, teorico e pratico, per far nascere nuove figure specializzate e digitalizzate. Futuri pastori qualificati e più ‘smart’ grazie all’uso delle nuove tecnologie, a partire da Gps e droni per controllare posizione e movimenti del gregge al pascolo e per monitorare quotidianamente il benessere animale.
Un nuovo corso che mira anche a modernizzare il settore e renderlo più redditizio e appetibile per i giovani, nonché rivitalizzare le aree montane, vittime incolpevoli dello spopolamento.
”La montagna non è esattamente un fattore di attrazione massivo, così come le attività tradizionali legate, in primis agricoltura e pastorizia, considerate spesso molto faticose e poco remunerative”, ha dichiarato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, intervenendo alla Convention. “Il progetto del ‘pastore 4.0’ vuole invertire la marcia e, grazie alle nuove tecnologie, mantenere o riportare i giovani nelle aree montane. Una spinta che deve diventare trainante, per aumentare il capitale umano ma anche la produttività delle aziende”.
foto di Gaertringen da Pixabay