Multilinguismo e discriminazione linguistica: la Giornata europea delle Lingue.
Per celebrare l’importanza delle lingue su iniziativa del Consiglio d’Europa di Strasburgo oggi si celebra la Giornata europea delle Lingue, con lo scopo di incoraggiare 700 milioni di europei di ogni età, residenti nei 46 Stati membri del Consiglio d’Europa, a imparare le lingue per ottenere una migliore comprensione interculturale e valorizzare il ricco patrimonio culturale del nostro continente.
Fino al 2004 la famiglia linguistica maggiormente rappresentata era costituita dall’indoeuropeo con i gruppi romanzo, germanico e celtico, oltre al tipo ellenico con l’unica eccezione del finnico appartenente al gruppo ugrofinnico.
Con l’adesione dei dodici nuovi paesi perfezionatasi tra il 1 maggio 2004 e il 1 gennaio 2007, l’UE ha visto consolidarsi il primato indoeuropeo a seguito dell’introduzione di una ulteriore lingua neolatina, il romeno, e di nuove lingue slave (ceco, slovacco, polacco, sloveno e bulgaro) e grazie all’ammissione di paesi di espressione baltica (rappresentati dalla Lituania e Lettonia), con un potenziamento del ruolo del greco dovuto all’adesione della comunità ellenofona di Cipro. Inoltre, la nuova Europa garantisce anche crescenti spazi alle lingue ugrofinniche (con l’ungherese e l’estone che vanno ad aggiungersi al finnico) ed apre per la prima volta le porte dell’Unione ad una lingua di ceppo semitico, il maltese.
Ulteriore obiettivo dell’Unione europea è di tutelare il patrimonio culturale delle lingue regionali e minoritarie, per cui ha creato una rete di raccolta, analisi e studio della documentazione relativa chiamata Mercator, le cui sedi si trovano in Catalogna, Frisia e Galles.
Anche il mondo della scuola attraverso l’Anils, (Associazione Nazionale Insegnanti Lingue Straniere) mette a disposizione le proprie competenze, per sensiblizzare sul tema, organizzando una serie di incontri gratuiti sulla didattica delle lingue a cui ci si può registrare dal sito dedicato.
Ma, come spesso capita a livello europeo, la giornata non può che far emergere una incoerenza di fondo del Consiglio d’Europa di Strasburgo che, per quanto concerne “l’unità nella diversità” e la “difesa del multilinguismo all’interno dell’UE” evidenzia una consolidata prassi linguistica discriminatoria per le organizzazioni giovanili interessate ad iscriversi al Fondo europeo della gioventù del Consiglio d’Europa: il fondo istituito nel 1972 per fornire sostegno finanziario ed educativo alle attività giovanili europee.
Prassi ricordata nitidamente nell’interrogazione suggerita dalla nostra redazione di Sardegnagol e presentata dall’esponente Identità e Democrazia Gianantonio Da Re alla Commissione europea: “In base alla recente procedura di registrazione stabilita dal Fondo europeo della gioventù del Consiglio d’Europa e volta al conferimento di contributi per l’attività ordinaria delle organizzazioni giovanili, risulta venga richiesta una traduzione dello statuto dell’associazione in lingua inglese o francese, escludendo quindi il ricevimento di un documento ufficiale in altra lingua dell’UE, ad esempio un documento redatto dall’Agenzia delle entrate in lingua italiana”.
Nonostante le lingue ufficiali del Consiglio d’Europa siano l’inglese e il francese, all’interno di una Unione europea composta da diverse comunità e gruppi linguistici, non può che risultare discriminatorio il processo di registrazione verso le organizzazioni giovanili non di lingua francese e inglese. Una questione di opportunità, come ricordato nel provvedimento del deputato italiano, resa più insostenibile alla luce della sottoscrizione di un memorandum d’intesa, nel 2007, e di una dichiarazione d’intenti nel 2014 nella quale il Consiglio d’Europa ha dichiarato di condividere valori fondamentali, quali i diritti umani, l’uguaglianza, il multilinguismo e la democrazia.
Un tema, il rispetto del multilinguismo nell’UE che si collega, proprio nel 2022, nell’Anno europeo della Gioventù, al diritto per tutti i giovani europei di vedere garantita una sostanziale parità di accesso alle opportunità offerte dalle istituzioni europee.
Oggi, però, lasciamo spazio alla solita autocelebrazione istituzionale, nonché alla tutela di facciata del multilinguismo in Europa.