Coldiretti Sardegna: “Burocrazia da scandalo”.
Abbandonato e dimenticato, il settore ortofrutticolo sardo è allo stremo. A ricordarlo oggi il presidente di Coldiretti Cagliari, Giorgio Demurtas: “Siamo considerati alla stregua di agricoltori di serie B e purtroppo sono i fatti che lo dimostrano, cosi come i venti milioni per il caro materie prime di febbraio al momento fermi. La crisi non aspetta – prosegue – anzi sembra si stia accanendo. Durante il lockdown del 2020 migliaia di capolini di carciofo sono andati al macero dopo la chiusura dei mercati di Campagna Amica e rionali, mentre i prezzi dell’ortofrutta sono schizzati ma solo in una parte della filiera escludendo quella produttiva. La storia continua con le emergenze di questa prima parte dell’anno (guerra e caro prezzi), con le speculazioni sul grano esplose con la guerra in Ucraina a farla da padrona. Come se non bastasse la Regione si è trasformata in matrigna seducendo prima con promesse e poi abbandonando il settore a causa di una burocrazia ormai insostenibile per gli agricoltori”.
Un duro attacco contro l’amministrazione regionale che prosegue con dovizia di dettagli: “La siccità del 2017 già nelle tasche dei pastori dai primi mesi del 2018 (quattro anni e mezzo fa) è ancora un miraggio: secondo il comma 4 dell’articolo 25 del Regolamento U.E. 702/2004: “i regimi di aiuto sono introdotti entro tre anni dalla data del verificarsi dell’avversità atmosferica assimilabile a una calamità naturale. Gli aiuti sono versati entro quattro anni a decorrere da tale data”. Uno scandalo colossale perdere questi diritti per eventi calamitosi come la siccità del 2017 che ha causato perdite importanti per le aziende ma che diventa inqualificabile e ingiustificabile e quasi un insulto davanti ai sacrifici e alle rinunce di migliaia di famiglie strozzate da eventi eccezionali come il Covid, la guerra ed il caro prezzi”.
Come se non bastasse, ricordano dalla Coldiretti, mancherebbe anche la comunicazione dopo l’ultimo report dell’unità di progetto task force istituita dalla Regione (30 aprile 2021): “Siamo all’oscuro di tutto – evidenzia il direttore di Coldiretti Cagliari Luca Saba -. È da più di un anno che chiediamo un report dettagliato delle pratiche liquidate, istruite, ancora da istruire e non liquidate e che strada percorreranno. Il percorso di queste pratiche si è trasformato da subito in una via crucis. Molte domande furono ritenute inammissibili e recuperate nel luglio del 2020 con la procedura del de minimis grazie ad una proposta di Coldiretti Sardegna ma ad oggi non sappiamo a che punto siamo. Ma non è andata meglio per quelle ammissibili liquidate a singhiozzo e lentamente fino alla scadenza dei termini comunitari. La soluzione trovata dalla Regione è stata quella di liquidare tutte le domande ancora non chiuse con il de minimis ma ad oggi il percorso è ancora aperto e non sappiamo a che punto siamo”.
Ma se sbagliare è umano, perseverare è diabolico (anche se lo era già con la siccità del 2017). Ed infatti ad oggi il settore ortofrutticolo e cerealicolo non hanno non solo ricevuto ma neppure visto su carta la formalizzazione di un intervento per il caro prezzi come avvenuto a febbraio per quello zootecnico. Al momento, ricordano dalla Coldiretti, “solo la promessa di un intervento di 20 milioni”.
“Diventa davvero difficile lavorare in queste condizioni – afferma Luca Saba – che non possono tamponare la crisi e le continue perdite e aumenti dei costi di produzione con le promesse. La siccità 2017 e i l’intervento per il caro prezzi sono solo la punta dell’iceberg, ma ci sono tanti altri interventi disattesi o arrivati a metà come per esempio quello sugli interventi di filiera per i cerealicoltori finanziati a metà. Diventa anche imbarazzante davanti ai nostri soci parlare di calamità naturale o altri interventi quando sono ancora in attesa di quello di 5 anni fa. È quello che abbiamo provato anche mercoledì a Sestu quando abbiamo incontrato gli agricoltori che hanno perso serre e prodotti a causa della grandinata e tromba d’aria di inizio agosto”.