Rifugiati ucraini: come sono riconosciute le qualifiche professionali in UE.

L’UE e i suoi Stati membri, per effetto dell’emergenza umanitaria in Ucraina, hanno rilasciato negli ultimi mesi migliaia di permessi di lavoro ai/alle rifugiati/e ucraini/e. Una decisione, ricordano dai vertici UE, “nata per sostenere l’inclusione dei cittadini/e in fuga dalla guerra”. Procedura, però, che ha aperto il dibattito sul riconoscimento delle qualifiche professionali dei rifugiati nell’UE e sulle iniziative da adottare per evitare il rischio per ucraini e ucraine di essere impiegati come una forza lavoro al di sotto dei rispettivi livelli di competenza.

Sulla questione è intervenuto un gruppo trasversale di eurodeputati* che, attraverso una interrogazione parlamentare, ha chiesto alla Commissione di riferire sui risultati ottenuti attraverso la Convenzione sul riconoscimento dei titoli di studio relativi all’istruzione superiore nell’UE e sulle azioni realizzate dal Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale per l’inclusione dei rifugiati ucraini.

LEGGI ANCHE:  I giovani hanno scelto Trump: miglior risultato repubblicano tra i 18-29enni dal 2004.

Per il Commissario Thierry Breton la soluzione del ‘rompicapo’ è già esaustivamente contenuta nella raccomandazione UE 2022/554 sul riconoscimento delle qualifiche delle persone in fuga dall’Ucraina che “contiene orientamenti specifici e pratici per aiutare gli Stati membri a rendere più rapide ed efficienti le procedure di riconoscimento e incoraggiare l’apprendimento tra pari”.

“La Commissione – prosegue l’esponente della Commissione von der Leyen – ha istituito una task force composta da rappresentanti degli Stati membri e delle autorità ucraine, le cui riunioni si sono rivelate utili per risolvere problemi pratici, a partire dalla questione della comparabilità tra le formazioni ucraine e quelle dell’UE per alcune professioni”.

Attualmente, fanno sapere dalla Commissione UE, si sta lavorando a un’iniziativa pilota volta a sviluppare un “bacino
di talenti” per gli sfollati dall’Ucraina e a creare un meccanismo di abbinamento che metta in contatto gli sfollati con i datori di lavoro.

LEGGI ANCHE:  Youth Ambassadors of Non Formal Learning: Educazione peer to peer per il riconoscimento dell’apprendimento non formale dei giovani.

Il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop), ancora, intende lanciare entro la fine del 2022 un nuovo progetto, dedicato specificamente ai rifugiati/e dall’Ucraina allo scopo di ottenere il miglioramento delle competenze e la riqualificazione professionale nell’UE.

*Manuela Ripa (Verts/ALE), Ignazio Corrao (Verts/ALE), Mounir Satouri (Verts/ALE), Dino Giarrusso (NI), Francisco Guerreiro (Verts/ALE), Karin Karlsbro (Renew), Krzysztof Hetman (PPE), Viola Von Cramon-Taubadel (Verts/ALE), Alice Kuhnke (Verts/ALE), Pär Holmgren (Verts/ALE), Bettina Vollath (S&D), Irena Joveva (Renew), Christian Ehler (PPE), Athanasios Konstantinou (NI), Radka Maxová (S&D), Tilly Metz (Verts/ALE), Bartosz Arłukowicz (PPE), Jakop G. Dalunde (Verts/ALE), Tomasz Frankowski (PPE), Laurence Farreng (Renew), Martin Buschmann (NI), Diana Riba i Giner (Verts/ALE), Pierre Larrouturou (S&D), Anna Cavazzini (Verts/ALE), Marek Paweł Balt (S&D), Petra Kammerevert (S&D), Eugen Tomac (PPE), Daniela Rondinelli (NI), Janina Ochojska (PPE), Ivan Štefanec (PPE), Katalin Cseh (Renew), Juozas Olekas (S&D), Magdalena Adamowicz (PPE), Sergey Lagodinsky (Verts/ALE), Michaela Šojdrová (PPE), Malte Gallée (Verts/ALE), Dan-Ştefan Motreanu (PPE).

LEGGI ANCHE:  Spopolamento e reclutamento nella PA. Il Governo corre ai ripari per l'inclusione dei giovani.

foto Alain Rolland Copyright © European Union 2021 – Source : EP