Paradisi fiscali in UE, Zanni: “La Turchia non scambia alcun dato fiscale”
Durante l’ultima riunione ECOFIN (Consiglio Economia e Finanza) i ministri delle Finanze europei si sono riuniti per discutere sulla tematica dei paradisi fiscali. Oltre alle 8 giurisdizioni già incluse, i ministri hanno deciso di inserire nella lista delle giurisdizioni non cooperative altri 4 paesi: anche questa volta la Turchia non è tra questi.
Per Marco Zanni, eurodeputato del gruppo Identità e Democrazia: “Se si considera che la Turchia non è riuscita a eseguire i trasferimenti automatici di informazioni fiscali con tutti gli Stati dell’UE e, oltre che con Cipro, la Turchia non scambia alcun tipo di dato fiscale con Germania, Francia, Olanda, Belgio e Austria, i paesi europei in cui risiedono le più grosse comunità turche del continente. Queste violazioni risultano irrisolte da anni e il termine per correggere queste irregolarità è scaduto lo scorso dicembre”.
In una recente interrogazione l’esponente del gruppo ID ha chiesto al Consiglio di spiegare perché, nonostante la scadenza dello scorso dicembre non sia stata rispettata, la Turchia abbia ottenuto un ulteriore anno per mettersi in regola e iniziare a condividere i propri dati con tutti gli Stati membri e di motivare tale scelta politica, che potrebbe essere vista come un segno di debolezza da parte della UE.
Ieri è arrivata la risposta del Consiglio: “La lista UE delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali è un processo volto a promuovere il cambiamento mediante la cooperazione per contrastare a livello globale le pratiche fiscali dannose”.
“L’inserimento delle giurisdizioni nella lista – si legge nella nota del Consiglio – si basa su un processo continuo e dinamico di formulazione di criteri in linea con le norme fiscali internazionali e di vaglio dei paesi a fronte di
tali criteri. Le giurisdizioni non ancora conformi a tutte le norme fiscali internazionali ma che si sono
impegnate ad avviare riforme figurano in un documento sullo stato di avanzamento”.
Il Consiglio è poi entrato nel merito della Turchia, il caso più ecclatante citato dall’eurodeputato Zanni: “In relazione alla Turchia i ministri hanno deciso che figurerà nell’allegato II per quanto riguarda il suo impegno nell’attuazione dello scambio automatico di informazioni e avrà una valutazione sufficiente nello scambio di informazioni su richiesta. In Turchia vigono norme nazionali che consentono lo scambio automatico di informazioni e il paese ha notificato all’OCSE tutti gli Stati membri dell’UE ad eccezione di Cipro. Alla Turchia è stato pertanto concesso più tempo per risolvere le rimanenti questioni in sospeso affinché lo scambio automatico di informazioni sia attuato efficacemente con tutti gli Stati membri dell’UE. Qualora la Turchia non ponga in essere misure per l’efficace attuazione dello scambio automatico di informazioni con tutti gli Stati membri dell’UE, sarà opportuno includerla nell’allegato I in occasione del prossimo aggiornamento. Ancora la Turchia attende un esame supplementare da parte del forum globale”.
La rappresentanza del Consiglio ha poi evidenziato alcuni elementi contenuti nell’interrogazione dell’eurodeputato ID: “Desidero inoltre richiamare l’attenzione dell’onorevole parlamentare su due ulteriori elementi. In primo luogo, quando sono state adottate le conclusioni, due dei nostri Stati membri – l’Austria e la Germania – hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche. Secondo le aspettative di questi due Stati membri, lo scambio materiale di informazioni con tutti gli Stati membri dovrebbe essere avviato al più tardi all’inizio del 2021. In secondo luogo, Cipro ha ora notificato ufficialmente all’OCSE la Turchia quale partner per lo scambio. Questi elementi dimostrano il grande interesse da parte di tutti gli Stati membri dell’UE nei confronti dell’attuazione dello scambio automatico di informazioni tra la Turchia e tutti gli Stati membri dell’UE”.