Domande di adesione all’UE: le conclusioni del Consiglio europeo.

Ieri il Consiglio europeo si è espresso sulle domande di adesione all’UE presentate dall’Ucraina, Moldova e Georgia. Nel corso dei lavori il Consiglio ha deciso di concedere lo status di Paese candidato all’Ucraina e la Moldova, dichiarando in una nota congiunta che “il futuro di questi Paesi e dei loro cittadini è nell’Unione europea”, mentre per la Georgia sarà pronto a concedere lo status “una volta che saranno state affrontate le priorità specificate nel parere della Commissione sulla domanda di adesione”.

Il Consiglio, dopo un ulteriore passaggio con la Commissione UE, deciderà in merito a ulteriori misure.

Durante il meeting i membri del Consiglio hanno anche toccato la questione dei Balcani occidentali, dove primeggia la tensione tra Bulgaria e Macedonia del Nord. Paese, quest’ultimo, inserito nel processo di adesione all’UE, contro il quale si è espressa la Bulgaria che non ha ritirato il veto sulla ripresa dei negoziati di adesione con la Macedonia del Nord a causa di una crisi politica interna. Una decisione che per certi versi, sullo sfondo della crisi geopolitica ucraina, potrebbe portare ad una maggiore destabilizzazione della piccola nazione dei Balcani occidentali, come ricordato dal Primo ministro albanese Edi Rama: “L’aggressione russa dell’ucraina sta ricevendo un sostegno enormemente generoso e spontaneo da parte di un Paese della NATO, la Bulgaria. Così facendo Sofia sta destabilizzando un altro Paese Nato, la Macedonia del Nord”.

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Una controversia sulla quale il Consiglio ha chiesto, però, “una rapida risoluzione affinché si possano avviare senza indugio i negoziati di adesione”. Tensione facilmente rilevabile anche nell’ambito del dialogo tra Belgrado e Pristina: “Il Consiglio europeo – prosegue la nota – ribadisce l’urgenza di compiere progressi tangibili nella risoluzione delle controversie bilaterali e regionali in sospeso per la normalizzazione delle relazioni tra la Serbia e il Kosovo”.

Buone notizie invece arrivano dalla Bosnia-Erzegovina, dove è stato siglato un accordo politico lo scorso 12 giugno dai leader della piccola federazione. Un atto, ricordano dal Consiglio “necessario per la stabilità e il pieno funzionamento del Paese e per rispondere alle aspirazioni della popolazione”.

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“Il Consiglio europeo è pronto a concedere alla Bosnia-Erzegovina lo status di Paese candidato e a tale scopo invita la Commissione a riferire senza indugio al Consiglio in merito all’attuazione delle 14 priorità chiave indicate nel suo parere, con particolare attenzione a quelle che costituiscono un insieme sostanziale di riforme, affinché il Consiglio europeo torni a decidere sulla questione”.

Spazio anche alle relazioni con la Turchia e la Bielorussia: “Il Consiglio europeo ha espresso profonda preoccupazione per le ripetute azioni e dichiarazioni recenti della Turchia. Il Paese deve rispettare la sovranità e l’integrità territoriale di tutti gli Stati membri dell’UE. Ricordando le sue precedenti conclusioni e la dichiarazione del 25 marzo 2021, il Consiglio europeo si attende che la Turchia rispetti pienamente il diritto internazionale, allenti le tensioni nell’interesse della stabilità regionale nel Mediterraneo orientale e promuova relazioni di buon vicinato in modo sostenibile. Il Consiglio europeo – conclude la nota – sottolinea il diritto democratico del popolo bielorusso a organizzare nuove elezioni libere e regolari. Invita le autorità bielorusse a rispettare i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, a porre fine alla repressione e a liberare i prigionieri politici”.

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