Sequestri stupefacenti: +54% nel corso del 2021.
Esaurito l’effetto Covid sul traffico di droga, la criminalità organizzata riaccende i motori del narcotraffico, come dimostrato dall’aumento dei sequestri di droga in Italia, cresciuti del 54% nell’ultimo anno. A sostenerlo è la Relazione Annuale 2022 presentata oggi dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA) del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, in vista della giornata mondiale delle Nazioni Unite contro l’abuso e il traffico illecito di droga.
Per il Prefetto Vittorio Rizzi, intervenuto nel corso della presentazione del documento, “la metamorfosi delle organizzazioni criminali nazionali e internazionali, determinata dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione, richiede un rafforzamento della cooperazione internazionale di polizia e delle indagini sulle piattaforme criptate dove viaggiano le comunicazioni criminali. L’attenzione delle forze di polizia di tutto il mondo si deve concentrare sulle aree da cui partono le rotte del narcotraffico come la Tripla Frontera in Sudamerica, al confine tra Argentina, Brasile e Paraguay dove operano insieme i cartelli criminali più pericolosi del mondo. Solo cooperando sarà possibile smantellare le reti dei signori della droga”.
Malgrado il 2021 abbia continuato ad essere influenzato dagli effetti della crisi sanitaria globale da Covid-19, la grande capacità di adattamento delle organizzazioni criminali ha individuato presto strumenti e meccanismi di compensazione, riuscendo a riattivare i propri traffici illeciti e a riversare sui mercati di consumo quantità di stupefacenti equiparabili ai periodi precedenti alla pandemia.
Secondo quanto già registrato nel secondo semestre del 2020, la straordinaria resilienza del network criminale ha saputo, infatti, riadattare i propri assetti logistici e organizzativi alle nuove dinamiche economiche e sociali determinate dalla crisi, con il risultato che il 2021 ha fatto registrare una crescente ripresa delle importazioni di stupefacente nei luoghi di stoccaggio e, soprattutto, verso i Paesi di destinazione finale, una diversificazione dei metodi di trasferimento, un adattamento delle rotte e dei vettori.
A contrasto del fenomeno criminale il numero delle operazioni antidroga, coordinate e supportate dalla DCSA, è sostanzialmente in linea con la media dell’ultimo decennio (circa 23.000), così come quello delle denunce (oltre 30.000). Si registra invece un’impennata dei sequestri di droga rispetto all’anno precedente: dalle 59 tonnellate rinvenute nel 2020, si è saliti alle 91 tonnellate del 2021, con un incremento percentuale del 54,04%, che, per effetto di una sensibile crescita dei sequestri di cocaina e dei derivati della cannabis, rappresenta il quarto più alto risultato dal 2000 ad oggi, nonostante le difficoltà aggiuntive causate dalla crisi sanitaria.
Anche quest’anno, il risultato più macroscopico è il nuovo record nei sequestri di cocaina, che, dopo “l’exploit” del 2019 e del 2020, in cui i volumi erano arrivati, rispettivamente a 8,2 tonnellate e 13,6 tonnellate, raggiungono la quota di 20,07 tonnellate (+47,66%), traguardo assoluto senza precedenti nel passato.
Si tratta in grande maggioranza di sequestri eseguiti nei porti e circa il 70% del totale è stato intercettato nelle aree di frontiera; dati che sembrano confermati anche dai risultati dell’attività dei primi mesi dell’anno in corso che non fanno registrare flessioni.
La forte crescita dei sequestri di droga riguarda anche la “cannabis”, sia in termini di hashish (+113%) sia di marijuana (+135%), che resta lo stupefacente più sequestrato in Italia: 67,7 tonnellate totali, oltre due terzi di tutta la droga sequestrata dalle forze di polizia, a fronte delle 29,6 del 2020 a riprova di un livello costantemente elevato della domanda. Accanto allo stupefacente proveniente dai tradizionali luoghi di importazione, assume consistenza anche una produzione outdoor nazionale, soprattutto in Sardegna (+498% di marijuana e +150,62% di piante rispetto all’anno precedente).
I sequestri di eroina, pari a kg 567,52 (+10,61%) sono in lieve aumento, con un dato sostanzialmente in linea con la media dell’ultimo quinquennio, con una diminuzione di quelli avvenuti presso la frontiera terrestre, punto d’ingresso nazionale dalla tradizionale “rotta balcanica”.
Drastica flessione dei sequestri di droghe sintetiche (-99,03%), ma il risultato risente dello straordinario rinvenimento nel 2020, nel porto di Salerno, di 14 tonnellate di amfetamine. In termini assoluti, comunque, esaminando la serie decennale, la quantità di droga sintetica intercettata nel 2021, pari a 137,95 kg, rappresenta, al netto del citato sequestro del 2020, il secondo valore più alto di sempre, dopo quello registrato nel 2017 (167,48 kg).
Un dato preoccupante è il rilevante aumento dei sequestri di sostanze liquide: 90 litri di GBL e quasi 6 litri di GHB, due potenti e pericolosi sedativi dissociativi, utilizzati anche come rape drugs, quando somministrati a vittime inconsapevoli. Sostanze già note ma che, nel 2021, sono tornate alla ribalta della cronaca per la scoperta di un vasto fenomeno di spaccio tramite siti di vendita on line, che ha portato a triplicare i sequestri rispetto all’anno precedente.
Altro dato significativo del 2021 è rappresentato dalle 32 nuove sostanze psicoattive intercettate dalle forze di polizia nel 2021, di cui 5 mai individuate prima in Italia e che sono state oggetto di segnalazione al Sistema Nazionale di Allerta Precoce (SNAP).
Sedici morti in meno per overdose nel 2021 (293 rispetto a 309 del 2020), confermano poi il trend in diminuzione dei decessi.
Quanto alle direttrici di importazione degli stupefacenti, prende sempre più consistenza l’ipotesi di una “nuova rotta mediterranea”, attraverso la quale la cocaina proveniente dal Sudamerica, transita per gli scali nazionali (Gioia Tauro su tutti) diretta verso i porti dall’area balcanica (Mar Egeo e Mar Nero), sotto il controllo di agguerrite organizzazioni criminali albanesi e serbo-montenegrine.