Conferenza sul futuro dell’Europa, ID: “Mancanza di trasparenza”.

Non è stata una grande vittoria per le istituzioni europee l’esperienza dei 12 mesi di Conferenza sul futuro dell’Europa. Una iniziativa che, con molta probabilità, non alimenterà alcuna riflessione in seno all’UE circa la necessità di porre fine alle iniziative calate dall’alto e mascherate come partecipative per il coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine europee. Perché di questo si è trattato con riferimento alla Conferenza sul futuro dell’Europa: un percorso troppo ambizioso, uscito, purtroppo, malconcio a causa della scarsa diffusione tra la popolazione europea – sarebbe stato sorprendente il contrario data la dotazione messa a disposizione – e della conduzione dei panel dei cittadini, la cui esecuzione è stata a dir poco imbarazzante. Sullo stesso tenore potrebbero citarsi anche le proposte dei cittadini. A dir poco elementari, specialmente quelle proposte dai giovani.

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Carenza di risorse e storpiature dei principi partecipativi dell’educazione non formale – con i quali sono stati condotti gli incontri con i cittadini/e – ai quali (non volendo spendere parole per i ridicoli risultati di engagement della piattaforma digitale e multilingue), potrebbe sommarsi anche la mancanza di trasparenza, come evidenziato in una recente interrogazione parlamentare da Jaak Madison e Gunnar Beck, eurodeputati del gruppo Identità e Democrazia: “Vari commentatori hanno menzionato la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato la Conferenza sul futuro dell’Europa (CoFoE). Le scarse risposte della Commissione alle domande relative alla trasparenza finanziaria e alla responsabilità – non avendo la Commissione fornito una risposta sul finanziamento della CoFoE* – hanno esacerbato l’idea che l’esito dell’iniziativa sia stato predeterminato e che l’intera conferenza sia una cortina fumogena per rappresentare un’immagine di inclusività, partecipazione e democrazia”.

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A rendere meno coerente il percorso, secondo i due eurodeputati, anche le modalità di selezione dei cittadini per i panel di discussione della Conferenza sul Futuro dell’Europa, che non avrebbero garantito un livello adeguato di pluralismo politico.

Note dolenti, per non dire imbarazzanti, sulle quali la Commissione europea – con una risposta senza firma – ha risposto ricordando che “conformemente alla Dichiarazione congiunta sulla Conferenza sul futuro dell’Europa, l’iniziativa è stata un’impresa comune dell’Europa Parlamento, Consiglio e Commissione. La Conferenza – prosegue la nota orfana di firma da parte della Commissione von der Leyen – si basa su inclusività, apertura e trasparenza. Sotto l’ombrellone del Convegno e nel pieno rispetto di questi principi, sono stati organizzati eventi in collaborazione con la società civile e stakeholder a livello europeo, nazionale, regionale e locale”.

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“I panel dei cittadini dei cittadini europei – conclude la nota – sono stati selezionati sulla base di cinque criteri per garantire la diversità: origine geografica, sesso, età, background socioeconomico e livello di istruzione. Le raccomandazioni di questi gruppi sono state successivamente discusse in Aula della Conferenza da rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, nonché dai rappresentanti dei parlamenti nazionali, cittadini e dalle altre parti interessate”.

*La Commissione non ha fornito una risposta chiara alle seguenti domande sul finanziamento della Conferenza sul futuro dell’UE: E‑002935/2021 (https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-9-2021-002935_EN.html ); E‑002268/2021 (https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-9-2021-002268_EN.html); P‑003795/2021 (https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/P-9-2021-003795_EN.html); e domanda di follow-up E‑004172/2021 (https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-9-2021-004172_EN.html).

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