Armamenti UE verso la Russia, ECR: “Chiarire la posizione della Francia”.

Violazione dei principi dello Stato di diritto e dell’embargo verso la Russia degli armamenti UE. Sono questi i punti sollevati in una recente interrogazione parlamentare presentata dai deputati del gruppo Conservatori e Riformisti Europei*, allo scopo di verificare l’aderenza dell’operato dello Stato francese nel merito del commercio di armi verso la Russia, vista l’attuale crisi geopolitica in Ucraina.

“Secondo i documenti ottenuti dai giornalisti investigativi dell’associazione Disclose, dal 2015 la Francia ha rilasciato 76 licenze per l’esportazione di beni militari, come termocamere per carri armati, sistemi di navigazione, rilevatori a infrarossi ed elicotteri militari, per un valore totale di circa 152 milioni di euro, attualmente utilizzati in Ucraina. Armamenti – scrivono i firmatari – forniti da Thales e Safran, il cui principale azionista è lo Stato francese. Parigi – secondo gli eurodeputati – avrebbe approfittato del fatto che l’embargo dell’UE sulle esportazioni di armi alla Federazione Russa imposto nel 2014 non era retroattivo per continuare le consegne in base a contratti precedentemente conclusi con la Russia. Tuttavia, la posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio, dell’8 dicembre 2008, che definisce regole comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari sembra già fornire una base per negare la vendita di attrezzature militari alla Russia a causa del rischio che possano essere utilizzate allo scopo di compiere aggressioni contro un altro Stato”.

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Una questione di opportunità sollevata per chiarire se la Francia abbia agito conformemente al diritto dell’UE, fornendo equipaggiamento militare alla Russia nonostante l’embargo.

Sul tema ieri è intervenuto l’Alto rappresentante dell’UE, Josep Borrell: “Mentre la Commissione è responsabile dell’attuazione dell’esportazione di beni a duplice uso – ovvero i prodotti che, sebbene abbiano prevalentemente un utilizzo civile potrebbero anche essere impiegati a scopi militari -, le esportazioni di beni militari sono disciplinate a livello di UE dal Regolamento (UE) 2021/821 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2021, che istituisce un regime dell’Unione di controllo delle esportazioni, dell’intermediazione, dell’assistenza tecnica, del transito e del trasferimento di prodotti a duplice uso”.

“Ai sensi della posizione comune – ha proseguito Borrell – ciascuno Stato membro deve secondo criteri comuni, far rispettare gli embarghi dell’UE sulle armi. La decisione del Consiglio relativa alle misure restrittive in vista delle azioni destabilizzanti verso la Russia, ha vietato l’esportazione di armi verso la Russia, fermo restando l’esecuzione di contratti conclusi prima del 1 agosto 2014 o di contratti accessori necessari alla esecuzione di tali contratti. L’8 aprile 2022 – aggiunge l’Alto rappresentante -, il Consiglio ha deciso di eliminare l’esenzione al divieto di esportazione di armi e materiale connesso per i contratti conclusi anteriormente al 1° agosto 2014”.

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Infine, la dichiarazione diplomatica “senza colpo ferire” verso uno dei più potenti Stati membri dell’UE: La Commissione – conclude Borrell – non è in grado di valutare i casi specifici di esportazione ai sensi del diritto dell’UE”.

* Kosma Złotowski (ECR), Ryszard Antoni Legutko (ECR), Jadwiga Wiśniewska (ECR)

foto Army Staff Sgt. Jose H. Rodriguez DOD