Youth Ambassadors of Non Formal Learning: Educazione peer to peer per il riconoscimento dell’apprendimento non formale dei giovani.

L’associazionismo e l’impegno dei giovani per la cooperazione internazionale sono più forti dell’emergenza sanitaria. Un assioma ricordato dal progetto “Youth Ambassadors of Non Formal Learning”, progetto nato nell’ottobre 2019 e capace di unire in attività locali e internazionali un consorzio di organizzazioni giovanili europee, allo scopo di promuovere e rafforzare la partecipazione alle attività di educazione non formale e il riconoscimento delle competenze acquisite al di fuori dell’ambiente dell’educazione curricolare.

Una ‘Capacity Building’, ovvero un progetto per la costruzione di capacità, che coinvolge 11 partner provenienti dai Paesi europei e dai Balcani Occidentali: la TDM2000, organizzazione giovanile sarda, la LDA Mostar (Bosnia Erzegovina) la DRPDNM (Slovenia) TFN (Bulgaria) Kosovo Center for Diplomacy (Kosovo) USB (Grecia) Y4S (Albania) CID (Macedonia) ZID (Montenegro) IUVENTA (Serbia) e TurkonFed (Turchia).

Il progetto prevede un percorso della durata biennale (1 Ottobre 2019 – 30 Settembre 2021) per conoscere e assimilare buone pratiche da trasferire nelle rispettive realtà locali, sviluppare strumenti e metodologie per formare i futuri “ambasciatori” dell’educazione non formale, con la creazione di una rete sinergica di “Giovani Ambasciatori dell’Apprendimento Non Formale”.

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Un progetto ambizioso con importanti ricadute sul territorio, come confermato da Maja Vejzovic, project manager e fundraiser del capofila LDA Mostar: “Il progetto è partito dall’idea di comprendere meglio ciò che è stato fatto finora nell’ambito del riconoscimento e della convalida delle competenze acquisite al di fuori dell’istruzione formale. Poiché la mancanza di una comprensione comune di concetto di “NFE” (Non Formal Education – Educazione Non Formale) e il suo stato di validazione sono fenomeni concreti, abbiamo preso in esame i problemi del riconoscimento”.

“Il nostro approccio mira a sviluppare una metodologia innovativa che permetta agli educatori peer-to-peer, testimonial dell’Apprendimento Non Formale, di diventare ‘Giovani Ambasciatori dell’Apprendimento Non Formale’ e promuovere il riconoscimento delle competenze acquisite al di fuori dell’ambiente educativo formale attraverso un’innovativa metodologia”.

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Una metodologia che può migliorare la qualità dei sistemi di educazione per la rappresentante dell’organizzazione bosniaca: “L’educazione non formale non sostituisce l’educazione formale, che ha un ruolo chiave e fondamentale per la crescita della persona. Tuttavia può essere complementare con essa, coprendo esigenze o alcuni aspetti non regolamentati dalle istituzioni. L’educazione non formale, infatti, è aperta a qualsiasi età, origine e interesse personale. Inoltre, il suo obiettivo finale non è l’acquisizione di un titolo, ma piuttosto il puro apprendimento. Attraverso l’apprendimento non formale e informale, che hanno un grande vantaggio grazie alla moderna tecnologia, possiamo capire molto meglio il mondo che ci circonda”.

Un mondo sempre più mutevole che richiede una maggiore propensione verso l’acquisizione delle competenze trasversali attraverso l’educazione non formale per Maja Vejzovic: “Tutte le organizzazioni che lavorano con l’educazione non formale spesso hanno difficoltà a rendere chiaro il concetto sia ai giovani con i quali lavorano, ma soprattutto alle istituzioni e alle aziende private.  E’ anche difficile stabilire una cooperazione a lungo termine con le università e le scuole superiori per realizzare opere formative complementari utili per lo sviluppo personale e professionale dei giovani. Il nostro progetto vuole rispondere a tutte queste esigenze. Ci auguriamo di aiutare i giovani a comprendere le loro competenze e a ottenere riconoscimento di ciò che avrebbero potuto imparare anche al di fuori della scuola, incoraggiandoli a seguire percorsi alternativi (ma procedendo verso il completamento della loro carriera educativa formale)”.

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“L’educazione non formale – ha proseguito Maja Vejzovic – migliora le competenze di ogni individuo, l’occupabilità e l’autoimprenditorialità, sviluppando un sano atteggiamento critico nei confronti dell’ambiente circostante, delle norme sociali e dei meccanismi di potere”.

“Tutti i giovani interessati alla ricerca sul riconoscimento dell’apprendimento non formale possono partecipare attraverso la compilazione di un questionario“, ha concluso la rappresentante della LDA Mostar.

Alberto Cossu

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