Erasmus+. Parlamentari europei: “Esclusione dei tirocinanti delle istituzioni dell’UE dall’accesso alle borse”. Si può ancora parlare di Anno europeo della Gioventù?

Il programma Erasmus+, volto a sostenere l’istruzione, la formazione e la gioventù fornendo opportunità di finanziamento per tirocini all’estero, non comprende i tirocinanti delle istituzioni, degli organi e degli organismi dell’Unione europea. Al di fuori delle istituzioni europee e nei Paesi ammissibili, i tirocinanti beneficiano invece delle borse Erasmus a prescindere dal fatto che svolgano tirocini retribuiti o curriculari.

Uno stato di fatto capace di configurare una vera e propria discriminazione nei confronti dei tirocinanti delle istituzioni, degli organi e degli organismi dell’UE, come ricordato da un nutrito gruppo di eurodeputati attraverso la presentazione di un’interrogazione parlamentare*, favorendo così una catena del privilegio. Questione, ancora, resa più emblematica dal lancio dell’Anno europeo dei Giovani da parte della presidente Ursula von der Leyen. Un anno, volendo restare sul tema, dove si assiste incessantemente all’offerta di tirocini non retribuiti presso le istituzioni, gli organi e gli organismi dell’Unione, in barba ai proclami contro lo sfruttamento dei giovani europei e per la creazione di eguali opportunità per tutti i ragazzi/e europei/e.

In risposta all’interrogazione parlamentare la Commissaria Mariya Gabriel ha recentemente dichiarato che “in base al punto 6.1.1 delle disposizioni relative al programma ufficiale dei tirocini presso la Commissione ai tirocinanti viene attribuita una borsa mensile. L’importo della borsa – pari a 1252,68 euro mensili – è fissato dall’ufficio tirocini su base annuale”.

LEGGI ANCHE:  Consiglio nazionale utenti: "In contratto Rai dedicare articolo su minori".

Disposizioni, secondo la Commissaria per la Gioventù, valide per la Commissione e le agenzie che partecipano al programma dei tirocini. “La Commissione – prosegue la Gabriel – non può pronunciarsi sulle sovvenzioni o sui finanziamenti né sull’esatta situazione presso altre istituzioni, organi e organismi dell’UE. Quanto ai tirocini non retribuiti e alla loro inclusività, la Commissione sta riesaminando la raccomandazione del Consiglio su un quadro di qualità per i tirocini, la cui pubblicazione è prevista per la fine del 2022″.

Va ricordato, il 2022 doveva essere l’anno europeo dei giovani!

Per quanto riguarda le borse Erasmus+ e in base al documento “Erasmus+ Guida al Programma”, continua l’esponente della Commissione von der Leyen, “le istituzioni e gli altri organi dell’UE, incluse le agenzie specializzate, non sono
ammissibili come organizzazioni ospitanti per i tirocini di studenti in mobilità Erasmus+”. Motivo per il quale la Commissione non modificherà tale regole poiché, secondo la Commissaria, “garantisce che i limitati fondi per il programma Erasmus+ non siano spesi per attività di mobilità verso le istituzioni dell’UE per le quali esistono già programmi di tirocinio distinti, evitando il rischio di doppi finanziamenti e il rischio di conflitti di interesse, in particolare per i tirocinanti che lavorano su temi correlati al programma Erasmus+”.

LEGGI ANCHE:  Frontex: primi 5 mesi 2023 +12% migranti. Quale futuro per i giovani dell'Ue?

Chiudendo il suo intervento la titolare delle deleghe alla Gioventù della Commissione europea ha poi ricordato che “il programma dei tirocini presso la Commissione non impedisce ai tirocinanti di candidarsi per altre borse Erasmus+, prima o dopo il tirocinio, purché soddisfino i criteri di ammissibilità”.

*Lídia Pereira (PPE), Elżbieta Kruk (ECR), Olivier Chastel (Renew), Kosma Złotowski (ECR), Damian Boeselager (Verts/ALE), Ivan Štefanec (PPE), Salvatore De Meo (PPE), Magdalena Adamowicz (PPE), Sabrina Pignedoli (NI), Henna Virkkunen (PPE), Leila Chaibi (The Left), Anne Sander (PPE), Brando Benifei (S&D), Milan Brglez (S&D), Javier Nart (Renew), Niyazi Kizilyürek (The Left), Marc Angel (S&D), Giorgos Georgiou (The Left), Giuliano Pisapia (S&D), Miriam Lexmann (PPE), Jarosław Duda (PPE), Alicia Homs Ginel (S&D), Agnes Jongerius (S&D), Tonino Picula (S&D), César Luena (S&D), Predrag Fred Matić (S&D), Paulo Rangel (PPE), Adriana Maldonado López (S&D), Dino Giarrusso (NI), Svenja Hahn (Renew), Emil Radev (PPE), Martina Dlabajová (Renew), Demetris Papadakis (S&D), Josianne Cutajar (S&D), Clara Aguilera (S&D), Jens Gieseke (PPE), Chiara Gemma (NI), Daniela Rondinelli (NI), Maria da Graça Carvalho (PPE), Jonás Fernández (S&D), Monica Semedo (Renew), Pierre Larrouturou (S&D), Mario Furore (NI), Marcos Ros Sempere (S&D), Christophe Hansen (PPE), Liudas Mažylis (PPE), Nuno Melo (PPE), Elisabetta Gualmini (S&D), Cláudia Monteiro de Aguiar (PPE), Álvaro Amaro (PPE), Romana Tomc (PPE), Sara Cerdas (S&D), Claude Gruffat (Verts/ALE), Chrysoula Zacharopoulou (Renew), Costas Mavrides (S&D), Gheorghe Falcă (PPE), Monika Beňová (S&D), Dragoş Pîslaru (Renew), Esther de Lange (PPE), Christian Doleschal (PPE), Veronika Vrecionová (ECR), Aušra Maldeikienė (PPE), Rosa Estaràs Ferragut (PPE), Irene Tinagli (S&D), Iuliu Winkler (PPE), Eva Maydell (PPE), Maria Spyraki (PPE), Pascal Durand (Renew), Petros Kokkalis (The Left), Karlo Ressler (PPE), Frances Fitzgerald (PPE), Dolors Montserrat (PPE).

LEGGI ANCHE:  Talent Up Sardegna, costruire startup innovative... ma come?

foto Sardegnagol riproduzione riservata